Libro III. Capitolo 6. Sisto IV. 1471-1484. Il Montesecco ebbe anche un’altra eccezione: che cosa dii m»-il papa del progetto. Oltre modo significativa è la risposta che !i< deio Girolamo e il Salviati: — «Nostro Signore — replicai essi — farà sempre quello di cui noi lo persuaderemo ed t'adirato con Lorenzo e desidera ardentemente questa cosa « Gliene avete parlato ? ». — « Ma sì, e faremo in modo che ne [tarli anche con te».1 Questo colloquio, al quale presero parte soltanto Girolamo Salviati, si tenne subito dopo. In esso secondo le posteriori c<> • -sioni del Montesecco, certamente degne di fede, il papa dieh n> fin dalle prime, ch’egli desiderava bensì un cambiamento di j:o\ no a Firenze, ma senza la morte di alcuno. « Santo padre — ri] il Montesecco — queste cose si potranno difficilmente efiFetti re senza la morte di Lorenzo e di Giuliano e forse anche d’altri 11 papa gli rispose: « Io non voglio la morte de niun per niente, : che non è offitio nostro aconsentire alla morte de persona; e I f Lorenzo sia un villano e con noi se porta male, pure io non voi 1 la morte sua per niente, ma la mutatione dello Stato sì ».* Al < Girolamo osservò : « si farà quanto si potrà, acciò questo caso n"!> intervenga; ma quando ciò avvenisse, vostra Santità perdonei. all’autore ? » Sisto gli rispose: « Tu sei una bestia: io ti dico >’hc non voglio la morte di alcuno, ma soltanto un cambiamento «li governo; ed anche a te, Giovali Battista, io dico, che desidero m un cambiamento a Firenze e che si strappi il governo dalle inaio ili Lorenzo, poiché egli è un villano e un uomo malvagio, che non ha alcun riguardo per noi; e una volta ch’egli sia fuori di Firenzi faremmo della repubblica ciò che vorremmo e questo sarebbe . ! 1 noi uiui gran fortuna. — Vostra Santità dice il vero, risposero il Iliario e l'arcivescovo, poiché quando per mezzo di un cambiarne' di governo questa repubblica sia in vostro arbitrio, allora vo>^ ‘ Santità potrà dettare legge a mezza Italia ed ognuno si studi' * d'essere amico vostro. Siate dunque contento che noi facciamo del tutto per conseguire questo scopo». Al che Sisto di nuovo risp '* colla più grande determinatezza, senza riserve e sottintesi : « I" te dico che non voglio: Andate e fate clioiue pare a voi, purché eie intervenglia morte».3 Dopo questo egli congedò quei tre, date utilizzilo dn Ukvmont I\ 287 per l'eccellente sua esposizione. Per nitri t-veili Cai*PONI II, .171». Utt'MOST II1. 456 e l*t:RRKN8 'SS4 s. Relazioni di sciatori intorno all'attentato non erano linoni conosciuto : io ebbi la f"f,u .li trovare la * relazione degli ambasciatori milaneni e • quella dei inani' scritto due giorni dopo l’avvenimento. l>ò in App. n. 123 e 124 U lesto dei '• documenti. Qui abbiamo una nuova narrazione dì testimoni oculari. 1 Cai'poni II, 550. Rei mont. Lorenzo l5, 2S3. * Capponi II. 552. Frantz 19!>. * Capponi II, 552. Frantz 200. Kkumont. Lorenzo /’, 2S4. Tntte >lu'~ forti parole di divieto, sebbene proferite in una ndienei privata e a I*‘r~ di fiducia, sarebbero secondo il GBBCOROYrrs VII* 242. una pura eonun”1''’