040 Libro III. Capitolo 12 li. Sisto IV. 1471-1484. ratiere esclusivamente religioso e pieno di gravi sentenze. Ma dopi di lui dal medesimo pulpito un poeta di Perugia, di nome Astreo, declamò in versi elegiaci i suoi lamenti sulla perdita del Platina ! Che ciò fosse permesso è invero una testimonianza di una «incredibile libertà » per parlare col Filelfo. Non è da credere che uomini scrii non prendessero alcuno scandalo all’udire nel tempio della Regina del Cielo, subito dopo la Messa funebre, un laico, non insignito di alcun carattere sacerdotale, recitare dal pulpito dei versi, che, per quanto eleganti, pure, come osserva Giacomo di Volterra, non avevano punto che fare con la nostra religione ed erano indegni di quella sacra cerimonia.1 La Roma di quel tempo era in genere ridondante di strani contrapposti, senza che questi avessero a cozzare ostili uno contro l’altro. L’umanesimo cristiano e pagano vanno di conserva proprio come abusi e riforme nel campo ecclesiastico.2 b. Assai più che la letteratura Sisto IV durante il suo lungo pontificato ha promosso l’arte. Non a torto la sua epoca venne designala come l’apogeo dell’attività artistica romana nel secolo XV.3 Fin dalle prime Francesco della Rovere aveva preso la risoluzione ili continuare l’opera di Niccolò V, di decorare la capitale del mondo cristiano con tutti gli onori e il lustro proprii di una potenza mondiale, ma naturalmente le cose dovettero andare altrimenti, essendo la sua individualità diversa dal fondatore del mecenatismo papale. Sisto IV aveva di comune con Niccolò V lo zelo per il bene in generale, ma in questo essi distinguevansi, che il papa Della Rovere « limitavasi a ciò ch’era possibile e pratico e non lasciava libere le briglie alla fantasia in quella misura )> che era accaduto nei giganteschi progetti del suo predecessore. A ciò s’aggiunse, che a Sisto IV toccò in sorte un pontificato abbastanza lungo per poter condurre a termine le principali sue imprese.4 I versi del Platina per l’apertura della bibliotèca vaticana, che ’ Iaooiu.'s Volaterranus 171. Schmarsow ISO. Burckhardt, Kultur I!, Bullet. Senese VI, 176. Un carme ili Lodovico Lazza rolli sulla morte del Platina viene menzionato da Morus V, 244. Sul ritratto del Platina vedi SchmvRS0"-Melozzo 241 e Müntz. Le Musée de P. Jove, Paris 1000. 47. ! Cfr. sopra p. (500 s. Questo sembra pure il posto di ricordare, che il Cod. 11 deU’Arehivio della Cappella papale contiene delle figure mitologie'1* affatto indecenti e un amore nudo con calzaretti viola; cfr. Habeul, Baustein*' •• 72. Cose come queste non giunsero certo a conoscenza del papa, il quale, sebbene fosse un amico entusiasta dell'arte, punì un pittore osceno (Infessura 1178: ed. To.m maski 147). 5 Gregohovius VII3 63S). Cfr. Müntz III, 11 e Rettmont III 1, 402. * Vedi Rei- mont in Literar. Rundschau 1878, 334 e Müntz III, 17.