La mondanità ilei Sacro Collegio. <»0-> vennero sostituiti che troppo presto altri del medesimo pensare, i «piali diedero bensì il loro contributo al fasto, nella maggior parte però non al portamento ecclesiastico del cardinalato. Se si tien conto ancora della gagliarda penetrazione nel senato della Chiesa di parenti di Sisto IV in parte piuttosto indegni, non vi può esser dubbio, « he col papa della Rovere tanto riguardo alla composizione, come riguardo al contegno del collegio cardinalizio avvenne 1111 cambiamento pericoloso.1 * La stessa prima nomina fatta da Sisto IV, in cui furono elevati alla porpora due suoi nepoti, uno dei quali addirittura indegno del suo posto, merita severo biasimo. Nella seconda creazione del 7 maggio 1473 2 si ebbero soprattutto dei riguardi verso principi laici. L’arcivescovo di Arles, Filippo de Levis, era stato raccomandato dal re Renato, il vescovo di Novara, Giovanni Arcimboldo, «lai duca di Milano. Nell’elezione di Filiberto Hugonet, vescovo di Màcon, influirono i riguardi verso il duca di Borgogna.3 Di Stefano Nardini lo stesso Sisto IV dice, che lo aveva esaltato al cardinalato per risvegliare nei curiali un’attività pari alla sua.4 Se il Nardini, fondatore di un collegio per poveri studenti,5 era • legno di entrare nel senato della Chiesa, non si può dire la medesima cosa degli altri due prelati che ottennero la porpora il 7 maggio 1473. Giovanni Battista Cibo aveva dietro di sè una gioventù frivola, mentre il ricco vescovo di Cuenca, Antonio Giacomo de Veneris, viveva con lusso principesco. Anche Pedro Gonzalez de -Mendoza, conosciuto nella storia come « il grande cardinale di Spagna », era molto mondano, come fa vedere la stessa sua amicizia