Feste «lato dal Cardinal Itiarìo Nel lunedì «li Pentecoste il Riario diede in onore della principessa un banchetto, che per la sua addirittura pazzti prodigalità ricordò i tempi degli imperatori pagani di Roma.1 He gin tutti i servitori vestiti in seta e il sontuoso addobbo della sala da pranzo, s|h** al mente poi la grande credenza con i suoi dodici fornimenti so-vr.i> « urica di oggetti d’argento, svegliarono lo stupore degli invitati, figli farai il banchetto. Prima di esso furono serviti dei dolci, arance candite con malvasia, poi si versò dell’acqua di ros»* nelle mani. Fra lo squillo delle trombe e dei pifferi gli ospiti si assisero a mensa. Alla tavola d’onore oltre alla principessa non sedevano che •licci persone, otto del suo seguito, l’ospite e Girolamo Riaria Non meno di sei ore intiere durò quella gozzoviglia, nella quale in tre portate principali vennero in tavola quarantaquattro pie tan/", fra le quali cervi interi arrostiti con la loro ¡»elle, capre, lepri, '¡t 'Ili, gru e pavoni con le loro penne, fabiani c finalmente anche nn orso con un bastone in bocca. Erano in gran parte piatti «la compir i, come anche il pane indorato, pesci ed altri cibi portati in tavola rivestiti d’argento. Senza numero furono i dolci e i pasticci, •ut' nelle forme più artistiche. Generale stupore destarono sjh*-' ¡almente le fatiche «li Ercole rappresentate in grandezza naturale ■ una montagna con un serpe gigantesco che pareva vivo; furono anche (»oriate intere fortezze con torri e baluardi imbandierati, tutto di confetti, le quali dalla loggia della sala vennero gettate al l*>|i.tlo giubilante. Della medesima materia erano compost«* le di«-<-i "avi. ,-he entrarono cariche di mandorle candite a forma di ghiande l***r alludere allo stemma dei Della Rovere. Quindi apparve una 'wicre sul suo cocchio trionfale tirato «la cigni, finalmente un .....ute, sormontato «la un nomo tutto stuj»efatto js*r il banchetto. N'- mancarono alla festa altre figure allegoriche: cosi rompane un riovane, che cantando dei versi latini disse: « Per ordine del padre 1 i dèi io sono sceso quaggiù a recarvi questa lieta novella: Non invidiate il nostro cielo per i suoi conviti, poiché alla vostra tavola "''■de ospite lo stesso Giove».2 Verso la fine del pranzo fu eseguito "opra una tribuna un ballo di antichi eroi con le loro amanti: tutto ■"I un tratto si precipitarono in mezzo ad essi dieci centauri con ''lire al (tonto. Tito Vmsp.isiano Stbomi (Cir Amacin, Tito ietpa-"*"1 •s'trniio. l>r«-sdcn 1891, 2»; su Strozzi redi I.cxto in 0torti, d Irli. XXXV. ' " «* I documenti pubblicati dal Co*vmi«au X. *MS apedalmcnte la lettera * a ITindneraa dot in n min. cadono «jui opportune le ri* citate •• relazioni di ffc ||| " "■ k ****** “*•» * XMK/UV w.. «-- alfcy, Kra I mow 52 a.: Mfm 1 ' ,',li « oRTiKiou X. fM». dove do|K> jubel ranno due punti.