Il Carvajnl e la questione boema.
storici posteriori. L’ultimo biografo di Pio II, quasi sempre
.2 Perfino lo storico hussita della !*• ia confessa che « nessuno lo vinceva nello zelo per la fede, nella austerità dei costumi e nella fermezza »li carattere, non solo, ma che nessuno l'uguagliava nella vasta conoscenza del mondo, nell.! pratica degli affari ecclesiastici e nei meriti acquistati verso il p" ere pontificio. Da 2(1 anni l’opera sua era stata rivolta prin-
• ipal niente a questo, che Roma finalmente vincesse Costanza e Hasìl.-a, che i popoli tornassero alla sua obbedienza e che il suo potere e la sua maestà irradiassero il mondo di una luce non più veduta dai tempi di Bonifacio Vili. Tutto ciò sapevano e confermavano i colleghi dal Carvajal, onde le sue parole e i suoi con-«¡irli erano per essi di norma in tutte le più importanti questioni. tast'-sKo Paolo II lo temeva e conformavasi a tutti i suoi desideri). Pertanto anche la sua opinione personale e il suo giudizio intorno »1 i- Giorgio e alPhussitismo diventò una norma per Roma».8
Come membro della commissione istituita da Paolo II per esaminare la questione ecclesiastica della Boemia, della quale facevano parte anche il Messa rione e l’Estonteville, il Carvajal fin da prin-ripio era stato favorevole ai provvedimenti più rigorosi. Il proce-•Ieri- imprudente del re boemo, il quale, contrariamente all'usanza ‘ws-rvata da tutti gli altri governanti, non mandò alcuno della corte a rendere «»maggio al nuovo papa, aveva raffermato il •ordinale nella opinione « di dover trattare inevitabilmente col f,rrn i|u<>|lc ferite che non sopportano altro medicamento e di recidere piuttosto completamente le membra putride dal corpo della santa Chiesa, onde prevenire una velenosi» infezione»».* Contrariamente all’idea del Carvajal Paolo II aveva da prin-'*l"o concepito la speranza di poter trattar«* pacificamente con ‘dorgio P«xli«*brad, e |K*r «jnesto era stato anche tosto sosjm*«o il •sso iniziato da Pio II. Anzi Paolo II amlava dicendo, che Itudora il re boemo adempissi* le sue promesse, non troverei»!»«*
'•indizio di Vihm». I allo tXI. 371.
•Wjtiueii. ha» Ijcbn m. dir pulii i*chr Wirksamkrtt de» Bernardino Im-^ Cmrmfnt ( 1 >iss di ItreslarUi lssrj) 2. yuando qui a p. 13 »1 di ai fatU. Sl>ajdla parimenti Jo*i-him»ohji 235 quando |s-nsn
# * •’Ideale monastico sla stato luiici dal proceri del «arvajal». l/tw-st‘idcti '«sala Mt|ira uncspntwione malintesa «lei « arra.lai : <*fr. IAtrrari*chr Hund 1XC,
^ ' P»uriiT, Or*rh. IV 2. 3ii (lira l'influenza del Oarrajal su Paolo II.
*** rumianis ioi.
' I'umiìt IV 2. XSi. Ctr. Fornir» rrrnm am*tr. XUV. 5Mt.