Sisto IV protettore degli milanisti. 629 Ma tali ammonimenti non erano necessari. Sisto IV comprendeva appieno l’importanza del rinascimento e come non si potesse fare a meno degli umanisti e l’impossibilità di assumere, a causa di qualche aberrazione isolata, un atteggiamento ostile alla vita scientifica che ovunque con tanto zelo si coltivava. Pieno egli stesso di spirito e di gusto per la cultura eletta », l’antico generale (li ii n Ordine mendicante, aveva determinato fin da principio (( di circondare la Sede pontifìcia e anche la sua schiatta di quanto poteva conferirle lustro agli occhi del mondo di allora».1 Solo da pochi anni sedeva Sisto IV sulla cattedra di Pietro e già certi umanisti come Lodovico Carbone potevano lodare in lui che favorisse e ricompensasse in tutti i modi i letterati alla stessa guisa che Niccolò V.2 Questo confronto è tanto esagerato quanto alcuni lamenti di leticati non tenuti in considerazione.’5 La verità sta nella via di mezzo. So egli non eguagliò il fondatore del mecenatismo papale, con Sisto IV tuttavia si aprì un’epoca molto propizia agli umanisti. Ciò dimostrano fatti attestati con sicurezza. Sebbene, grazie alla forza d’attrazione della città eterna sugli spiriti amanti dell’antichità, la colonia dei dotti a Roma fosse già abbastanza numerosa in sè, pure il papa si adoperò per ingrandirla sempre più. Una delle chiamate più importanti in cui riuscì fu quella di Giovanni Argiropulo di Costantinopoli. L'acquisto di questo greco, il più d’ingegno fra quanti ‘•ransi trasferiti in Italia, fu una vittoria sui Medici, ai servigi dei quali l’Argiropulo era stato per lungo tempo. Questo nuovo invitato ottenne un successo splendido, avendo avuto il piacere di vedere fra i suoi uditori gli uomini più eminenti, vescovi e cardinali, ed anche valenti stranieri, come Giovanni Reuchlin.4 Anche Angelo Poliziano sedette in Roma ai piedi dell’Argiropulo.5 Il benemerito letterato fiorentino Bartolomeo Fonti ricevette sotto Sisto IV una cattedra all’università romana. In questa nel 1473 fu nominato professore 1 Papencordt 517. Sulla indispensabilità degli umanisti cfr. Sciinaase Vili. '«34. - Zanoni in Rendiconti dei Linaei A’ 7, 190 s. L. Carbowe dedicò a Sisto IV un dialogo intitolato: De creandi» eardinaUbu». Rosmini. 1 ita di Guarino III, 148. ’ Per es. Iacob. Yolatkkranis 161; cfr. su ciò Steinmann 01. 4 ReuchUn frequentò la scuola di Argiropulo allorché nella primavera del 1482 si fermò a Roma con il conte Eberardo di Württemberg (vedi Stalin III, 591 s.); vedi Müntz, Renaissance 83; Stalin 392 s.; Geiger. Reuchlin 2f>. 5 Müntz, Renaissance 83. Su Argiropulo cfr. Tiraboschi VI 1, 198 ss.; Hur-ckhardt I7, 35!): Steinmann 52 s.; Voigt. Wiederbelebung I3, 367 s.; Legrand, Bibliographie helléttiquc. Paris 1883, 2 voll. s. v. e Cappelli in La Letteratura 1890, n. 23 e in Arch. »tor. lomb. XVIII. 168 s.: Klette. Uertr. zur Gesch. der ¡tal. Gelehrt direna issa nec III. Greifswald 1S90; Ghebardi, Statuto dell' Università e Studio finn ntino. Firenze 1881. 4» 17. 4N9. 492 e Glorn. slor. <1. lett. XXVIII, 92 s.. 1(19 s.