Provvedimenti di Paolo li |vr Roma e per lo Stato pontificio. mii- za, egli domandò: E’ forse una cosa piccola togliere la vita .td un'opera di Dio così meravigliosa (piale è l’uomo, per il quale am la società s'è data tanta premura per lunghi anni ? Quelli « In meritavano le pene più severe venivano da Paolo II mandati !*•! lo più alle galere, coll'ordine tuttavia espresso di non trattarli inumanamente. Il papa era così compassionevole e sensibile che ti" poteva tollerare la vista delle bestie condotte al macello e *1» -'ii le ricomprava dai beccai. Si racconta che gli riusciva molto !**•!:• »so il respingere una supplica, e che gli conveniva distogliere io sguardo da quelli che lo imploravano ili aiuto per non esaudire '<• oro preghiere contro la sua coscienziosa convinzione.1 .Ma Paolo II non era soltanto un vero amico e benefattore del 1« 'do romano, ma anche degli altri suoi sudditi. Promoveva col ni. '.«imo ardore ogni opera »li utilità pubblica. Così aiutò la riparazione del porto e delle mura »li comuni bisognosi, come Cesena 2 e S isi S. Quirieo.3 Città tribolate, come Sant’Arcangelo, ricevettero diminuzioni d’imposte.4 Più volte Paolo II emanò ordinanze per proteggere il territorio «lei Bolognesi (bilie inondazioni delPimpe-di -n Reno.8 Onde regolare il sistema monetario nello Stato della « In. si pubblicò una serie (li utili disposizioui; una bolla del 13 genuino l uni lamentava le molte monete false o di valore inferiore eh.- ni trovavano in corso. Per preservare gli abitanti dello Stato |*mtiticio dal danno che loro proveniva da un tale inconveniente, fu stabilito, che nessuno in questo Stato potesse d’ora innanzi tatter moneta senza un jwrmesso speciale della Santa Sede. Ai contravventori venivano minacciate le pene più severe: scomunica, Interdetto, perdita di tutti i privilegi, esilio e confisca dei beni. In pari tempo fu con esattezza fissato il valore delle singole monete,n |'»‘r (|ualche tempo sotto Paolo II si stette alla massima che soltanto •n Roma si avessero a coniare monete; tuttavia piti tardi anche alle '■¡ttà ili Fermo, Ancona, A scoli e Reca nati fu concesso il diritto •li aver»» una zecca propria, con la clausola però che fossero scru- ' ('AXijtKirH 3JM0. fVrtrr»_sit-s uni. * * Itivi«- a l'a-«cnn del 20 aprile 1471 l.ibr. èrrr. ti. f. 13B-130ti. Archivio ,|’*ri'lit i>« n 11 f ir Io. * t in ninni. > del 1UVI nell'A reh I t In «li Serra S. Q u I r 1 c o Attrite Anconitani rhvnltm un Kiuaddio im rrpnmllnmrm mmmrmm mlrorum ; ** lin-w il] Paolo II In data di Itoma. 2!» *r*tte»nl»re 1 UH Archivio c I-1 *eo (|| a neon a. * Munsi. .1Irm. <(> Ila ritti rfi Sant'.\rra»grU,. Hiitin 1M4. (' ’ V. I • brevi «lei 3» aprii«* 1-K5B e 0 incinto ltt«8. Archivio di Bologna; r*T A in>. n. 7S e !KI, 1 II (ìuuNM (Api* 137-1«» lia pnbhlirat» la badia: quivi «4 imvnn« m<-amlie altri- notlzlr relalive. tlrea un'nrdinantt »imiU- di Pio II v. M>pm » 225, n. ».