libro II. Capitolo 2. Paolo II. 1464-1471. fosse la cappella del castello», alla morte del pupa non era ; ultimato. Il disegno originale, dato da una moneta del ~ condo il quale l’edifìcio doveva avere due grosse torri agli un ■!' non fu mai mandato completamente ad effetto. Ma anche incompleto questo severo edificio, coronato di merli, colli lunghe facciate e poco numerose finestre, è uno dei più pò* monumenti di Roma, nel quale si scorge marcatamente il pas-. dalla rocca medioevàle al palazzo moderno, dal gotico al rii mento. Nel palazzo propriamente detto, del quale tutti i conti' ranci parlano con espressioni di meraviglia,1 predomina tutt. ut il carattere di fortezza. Uno spiritoso storico dell’arte dice: » ! —> è il monumento parlante di un periodo di violenza, che mostra al popolo un viso da signore arcigno ; freddo e senza garbo nelle f<>: nasconde gelosamente ogni suo ornamento nell’interno, il qn • formato di locali ampi e grandiosi oltre ogni misura, era desti it" allo sviluppo di una vita ricca e di sontuosi spettacoli ».2 Gram ~ sale con magnifici soffitti a cassettone, cornici finemente lavorate e porte di marmo, finalmente anche dipinti — rappresentanti Ir fatiche di Ercole — attestano anche oggi l’autico splendore.3 L a. a •lei papa sul frontone della porta centrale è un lavoro di Giovanni Dalmata.4 Al puro stile «lei rinascimento appartengono il sup 1 Fr. Ariosto nello descrizione deirinnalzamento di Borso a due* di > r rarn, che poi citeremo, parlando del viaggio di questo principe a Roma «•Mr« egli venuto < [ier quella regione dove al fabbrica quello alto e I alluni pontificale a S. Marni «nini tanto inn>tu]>arnliile spesa. mini tanto ra voglioso artificio, cimi più tuzegno. co tu più magniti centia che per *dr '■* si sia usitado edificare In Ri>ina ». ¿ire*, d. Soc. Hom. XIII, 406. ’ Seatmahsow (t53), li quale sospetta che in questa costruzione *i a«- ’ l'idea di |M.r ttne a quella specie di esili« del papa nella Città IjKHilM. CI» fatti Paolo II «la stato spinto a dimorare spesso nel nuovo palazzo anche ragioni politiche, risulta dal • dispaccio dell’ Archivio In Milano d'1'’ sopra a p. 319. Ofr. Papsscobiit 516 ». ; Gskix-Fels 188; Bcbckhauut-U-w»' ■** ItrarrEmuctm 186: Hcrckhamit. Oe*eh. d. Reniti**. 55, 160; The XXIX, 160. Su S. Mareo vedi Arvoi.iini 327. t'allsto HI nel 145S hrii-.Voi» a* 4* concesse un'indulgenza per promuovere I restauri di S. Mar«»: ia tale circostanza egli ricorda le grandi cure e le spese fatte dal Cardinal B»1*' |i-r questa cUtNW. tlcpnl. i51. f. I**. Archivio segreto pontifici ' confronti pure l'insigne dissertazione di Stkvessos. Sur le» tulle* de flomh io lMt*ilitfue de S. ìlare, nrntt't de* ormoirle* de Paul ¡1. et de* médt^ ■*' ile la Henahamure in ìh'lang. d'arch. l!W, 430 ss. I.'area del («lazzo 111 chiesa e il palazzotto giunse, secondo una gentile comunicazione del sltcnor chi tetto F. PoKORJtr, a mq. 12174. • Cfr. rL»«s, fife Tatcn de* Uerkule». Wandgemàlde im Pu!az:o *V ne;ia :u Itom, MI!lichen l>5M. t'Lium attrlbnlsce questi affreschi, rtn1 • f»** come fregiti sai muri sotto il siiffltto di legno in una »«ala del primo pia»»«- * 1 discepolo del Pollatuoto. I dipinti sembra tuttavia che appartengano plotti**1 alla maniera di Melinolo (vedi Zar.u kli hit. Zentralbtall 1SWV, 31): e«*i AB'*” «•«'Suiti verso l'anno 1471 per luca rio • di Paolo II e del r-nrdinal M. IteH» * Cfr. Tsctu nt In Jahrh. d. preu*». Kun*l». IV, ISft.