Campagna di Giuliano della Rovere nell'Umbria. 479 rii ! ditata anche nella guerra (li Volterra, avevano fatto pervenire dei denaro al tiranno e, ciò non bastando, malgrado le solenni assi. u-azioni date dal papa di risparmiare il dominio fiorentino,1 mandarono un esercito (li (»000 uomini a Borgo San Sepolcro in vi. nanza di Città di Castello, apparentemente per difesa dei propri confini, in realtà però onde venire nel momento decisivo in aiuto del Vitelli.2 Sisto IV protestò a buon diritto contro questo vt> rognoso appoggio prestato a « un suddito ribelle, cui nessun atto ili mitezza aveva potuto ridurre all’obbedienza )).3 Anche Galeazzo Maria Sforza giuocò una parte molto dubbia durante l’assedio di Città di Castello. Il 5 di luglio Sisto IV si vi'lc costretto a significare al (luca il suo stupore circa quanto avi vagli scritto su tale negozio e a difendere la giustezza del propri" operato. « Dal Vitelli — diceva il papa — noi non preteu-•li.ino altro che obbedienza; deponga egli la sua signoria e viva 'la privato, poi gli saremo benevoli, ma nessun principe può tollerare un’aperta ribellione nel suo paese ». Quando dicono di aver temuto per Borgo San Sepolcro, i Fiorentini fanno un atto d’ipo-«•i isia, poiché egli, il pontefice, fin dal 28 giugno aveva (lato loro sulla sua parola di papa tutte le desiderabili assicurazioni tran-<|iii Manti )>.* Alla metà di luglio Milano e Firenze misero in opera un intervento diplomatico a favore del ribelle Vitelli, ma il papa si rifiutò di far ritirare il suo esercito da Città di Castello, esponendo (Infusamente le sue ragioni. E’ molto degno di nota il fatto, che il re di Napoli altresì, cui Sisto IV aveva tanto beneficato, s’interpose a favore del ribelle;5 pare adunque che anche a lui nello 8tato della Chiesa fosse più gradita una situazione anarchica invine che ordine e pace. Pare che più di tutto addolorassi! il pontefice l’ingratitudine del duca di Milano, al quale il 28 di luglio 1 • « l’romittimus enim vobis in verbo pontifici» neque uos neque legatimi '"'trum neque ullas copia» que iUuc profecte sunt aut profidsoestur minimum "ffenslnnculam terris aut a Kris vestris illattiras », dicesi nel • breve a Firenzi-'**1 28 giugno 1474. Archivio di Stato In Firenze. X-11-25, t. 6HMM. ! Frastz 155. Schmarsow 22. Cfr. il giudizio di Reumont, Lorenzo I’, 257. 1 Cfr. il • breve ad Ercole d’Este in data di Roma, 14 lugUo 1474. Archi- lo d i Stato in Modena. * V. il • breve del 5 luglio 1474 in App. n. 119. Archivio di Stato in Milano. In questo medesimo giorno 5 luglio Sisto IV scriveva nuovamente * Firenze: * Monemus et hortamur vos prò mutua benevnleutia, prò iustitia l|«a et honestate, desinite ab inceptis favoribus, quos Nicolao prestati» ne in-'■gnationem Dei contra vos provocetis». Archivio di Stato in Firenze, X'U-tS, f. 64b-«5l>. ' dò risulta dal • breve a Napoli. Milano e Firenze, in data di Roma. *8 luglio 1474 (copia neD'Archivio di Stato in Milano e neU'Archi-r 1 o di Stato in Bologna. 0- 22), nel quale il papa respinge la preghiera ‘li cui si parla qui sopra.