I,ibro III. Capitolo 3. Sisto IV. 1471-1484. cenarii, avidi di bottino, cominciarono contro i suoi ordini esjir -a saccheggiare. Erano questi in gran parte gente di Camerino < ili Ceretano, i quali volevano vendicarsi degli Spoletini, perchè cos li avevano più volte molestati con audaci scorrerie. Non vi fu a n > revole parola del legato che valesse a trattenere quelle masi li* scatenate. Lo stesso Oiuliano fu per perder la vita e fu felici di aver potuto salvare almeno il palazzo vescovile e i conventi •• d’aver sottratto al vitupero donne e fanciulle. « Tale fu la sorte ì cata agli Spoletini, — dice il Platina — i quali disprezzavano . li ordini del papa e s’erano adoperati essi stessi a raccogliere n ila loro città tutto il bottino di guerra fatto nei dintorni. ».x Sulla fine di giugno Giuliano mosse verso la valle superiore lei Tevere, dove il tiranno di Città di Castello, Niccolò Vitelli, risj • deva con aperto oltraggio a tutte le amorevoli esortazioni di Hi' Egli veniva anche accusato di aver dato mano ai rivoltosi di Spo! e di Todi; ora dovevasi ottenere a forza la sua sottomissione. La resistenza del Vitelli appariva tanto più pericolosa, in quanto i vicini erano favorevoli alla sua defezione. La vicinanza del con line toscano dava una speciale importanza ad ogni avvenimento in questa contrada poiché non era difficile che potessi» accadere v. staccamelito dallo Stato della Chiesa di questo importante ter torio di confine. Perciò il papa — che doveva pure pensar, a Porgo San Sepolcro ancor sempre in possesso dei Fiorentini, avi « il dovere di por fine a questa triste situazione». Quindi, dopo aver esauriti i mezzi amichevoli, avendo fino all’ultimo dichiarato, che se il Vitelli si fosse sottomesso egli era pronto ad accoglierlo nu<> vilmente nelle sue grazie, giacche obbedienza cercava e non ve: detta,2 fe’ ricorso alla forza.3 Il Vitelli frattanto non pensava a sottomettersi: rifiutò le mi'' condizioni del Cardinal Giuliano, tanto che questi dovette string* d’assedio Città di Castello. Quasi ogni giorno avvenivano delle sortite. nelle quali le truppe pontificie ebbero più volte a subire sensibili perdite. Ma un pericolo di gran lunga più grave era loro nù naceiato dalla lega, che il Vitelli era giunto a stringere con Milano e Firenze. I Fiorentini, dimentichi della benevolenza pontificia ape 1 Platina 1061-lCKti. Ofr. Sciimaksow a); Frantz 154 s. ; Oampello lib. 3-Peluki 740: SanM, Smjffio di doc. 43-44 e Storia (58 s. V. anche Grassi, Sprdt.-militari di 'liulio II ed. Frati, Bologna 1886, 288. La resistenza opposta da Gin liano al saccheggio viene fatta notare da Sisto IV nei * brevi del 20 giu^1 ' e 14 luglio 1474 sopra menzionati. ! V. iu App. n. 118 il * breve del 25 giugno 1474. Archivio di Stato i11 M11 a n o. 1 Schmarsow 21. dove si hanno dei particolari intorno al contegno ore glioso di Vitelli contro Paolo II e 1*Ammanati, il »piale per interi »orsi a favore del Vitelli incorse nella disgrazia di Sisto IV. Ofr. anche Reuuost, Lorm I*. 257.