(ili affrvaillii storieo-tipoloKiri della Statina. Nel gran ciclo di affreschi storico-tipologici, che orna il piano Mitrale della parete, hanno parimenti gareggiato diversi maestri; •canto ai fiorentini Rosselli, Ghirlandaio e Botticelli gli umbri Perugino e Pinturicchio. Sulla fine del 1482 a quest i maestri si venne d aggiungere Luca Signorelli da Cortona. Nel contratto stretto il 7 ottobre 1481 da Giovannino de’ Dolci con Cosimo Rosselli, Ales-indro Botticelli, Domenico Ghirlandaio e Pietro Perugino riguardo agli affreschi della Sistina, questi si obbligavano di condurre a termine con ogni studio possibile per il 15 marzo dell’anno successivo lieci quadri tolti dall’Antico e Nuovo Testamento con i sottostanti ortinaggi.1 Una sensibile lacuna della tradizione sta specialmente tei fatto, chequi, come nella perizia del gennaio del 1482 sui quattro dipinti terminati, non si indicano in particolare le scene rappresen-ate. Siccome poi anche altre fonti sono molto parche, così riguardo il tempo di alcuni affreschi bisogna adattarsi in sostanza a confetture. Il programma che fu dato ai suddetti artisti, sì diversi fra di loro, consisteva nella rappresentazione a riscontro di scene tolte lai Vecchio e dal Nuovo Testamento, alla cui scelta presiedeva un concetto d’unità profondamente ponderato: determinate verità aiutali, rispondenti al carattere della cappella papale, dovevano venir rappresentate con scene tolte dalla vita di Cristo e coi tipi •orrispondenti presi dalla vita di Mosè. Questo disegno, col quale Sisto IV si ricongiungeva al ciclo d’idee del primo millennio della Chiesa, non escludeva allusioni storiche riguardanti l’augusto personaggio che aveva commesso i lavori e relazioni di second’ordine riguardanti gli avvenimenti del suo governo. Ma Sisto IV solo doveva sopravvivere in quegli affreschi: ben presto (piasi l’intera Corte del papa, anzi tutti i personaggi di qualche importanza che allora vantava Roma, si affollarono intorno agli illustri pittori della '•appella. Tutti desideravano di sopravvivere in questo monumento, quasi presentissero l’importanza mondiale che esso avrebbe acquistata. Quivi chiaramente viene in mostra il risalto dell’individualità proprio al rinascimento come il dilettarsi che regnava del ritratto. Ai molteplici desiderii potè tanto più facilmente accondiscendersi perchè era allora costume, che nelle loro rappresentazioni storico-bibliche, tanto se destinate ai palazzi come alle chiese, i pittori ponessero i ritratti dei contemporanei, non tanto come cooperatori quanto come testimoni degli avvenimenti raffigurati. Gli artisti aggiungevano poi anche il proprio ritratto quasi una firma parlante. Nella maggior parte degli affreschi della Sistina sono rappre- 1 (ili arazzi pitturati su fonilo oro imitano il broccato »li oro e di argento f vi figurano dappertutto il nome t* l'arma di Sisto IV.