510 , Libro III. Capitolo 0. Sisto IV. 1471-1484. Poggio Bracciolini, due Salviati, finalmente due chierici, St. ano di Bainone, un dipendente di Iacopo de’ Pazzi, e Antonio Mail - i 'la Volterra. Pare che quest’ultimo sia stato indotto a parteciparvi « dal dolore che sentiva per le sventure della sua patria, di cui riteneva guastatore Lorenzo». Francesco de’ Pazzi e il Bandini ebl-n> l’incarico di assassinare Giuliano, il Montesecco doveva ucci'! •> Lorenzo; il Saiviati si sarebbe impadronito del palazzo della >i gnoria e Iacopo de’ Pazzi avrebbe fatto sollevare i Fiorentini.1 Proprio in quel tempo, nella primavera del 1478, in seguito [)este scoppiata in Pisa, erasi recato a Firenze il giovane cardinale Kaffaello-Sansoni Riario scendendo alla villa dei Pazzi. Secondo il disegno primitivo l’uccisione dei Medici doveva avvenire durante un banchetto, ma siccome Giuliano non vi potè intervenir*- ; una sua indisposizione, si dovette differire l’esecuzione del deli ' Il diciottenne cardinale non aveva alcun sentore di quanto soli" i suoi occhi si macchinava e però con piena ingenuità usava amiche volmente con Lorenzo de’ Medici, dal quale fu pure invitato [»in volte a visitare il suo palazzo e la cattedrale. Raffaello Sansoni promise la sua visita per la domenica 26 aprile del 1478. I con i rati decisero di non lasciarsi sfuggire questa favorevole occasi* < Lorenzo, per fare onore al cardinale aveva invitato alla ^ tavola un’eletta schiera di personaggi, molti ambasciatori e ea-vai ieri ed anche Iacopo de’ Pazzi e Francesco Salviati. La mattina del giorno fatale, accompagnato da poche persone, fra le q'-!Ìi l’arcivescovo e Montesecco, il Cardinal Sansoni si portò in citt.t Giuliano de’ Medici scusò per indisposizione la sua assenza dal bischetto, ma promise che sarebbe andato al duomo. Questa cireosta i l fece sì che i congiurati modificassero all’ultimo momento il loro empio disegno: invece di sorprendere i due fratelli a tavola, essi h* sero la casa del Signore a teatro dell’assassinio.* Il Montesecco [»■ ' '* all’ultima ora si rifiutò di commettere questo misfatto nel duont>> o perchè avesse paura di profanare col sangue la chiesa, o pere! avesse ponderato più maturamente la cosa.3 In sua vece i due chi-rici Stefano e Ma (Tei si assunsero il compito di perpetrare il delitt ' 1 Rei? mont. I*. 2S<». s. 1-'r.\ntz 107. * Rkuuost, Lorenzo I!, 287. Circa la frequenza in quei tempi deil'assa*'”-pagato, efr.. oltre all'opera di Lamanskv, il Oothhn. Kullurcnticickluug e Rttrckhakdt 11'. 172 s. : univi 1'. <>0 s, anche intorno aU’asstlssiiiio in chi1' cfr. inoltre Marini I, 277: Vtujua I*. 37: Ghoer, Renaissance 192 e SW°V- ' 131 s. Sulla congiura dei l'axzi v. anche K. Stollb, Memoriale ed. «la Tu1' ' Halle liKH). 388 s. * Così Sigismondo di:’ Conti I, 23 («o fosse mosso da religione o pi*' s lentamente considerando a che impresa si sarebbe sobarcato» — nel u~ latino ri|x.rtnti> con molta negligenza manca il primo membro della pp'l*'' xione). Il POUHANO (Op. <»3S) dice semplicemente : c Desti natus ad Laure*'-caedeiu loannes Baptist« negotium detractarat », l• arknti f. JH> n tutta I"”-r osserva soltanto : « ricussolo i*ii dicendo nolle fan» in chiesa secondo eh e