742 Appendice. Platano Mantovano, secretorio del revmo cardinale de Manina1 et uno familiare del revmo vescovo de Feltro,2 thexaurero apostolico con molti altri «criptori et cortesani de diversi lochi, sed del dominio vostro non ce ne era veruno. Quali liavevano facti una certa «ecta za più dì de persone asay tuta volta multiplicava de gente de ogni condizione, la più parte famiglii de cardinali et de prelati. Et co storo tenevano opinione chel non fusse altro mondo che, questo et morto il corpo morisse la anima3 et domimi che ogni cossa fuffce nulla se non attendere a tuti piaceri e volupta, settatori del Epicuro et de Aristippo dummodo potesseno far senza scandalo, non za pei tema de Dio, sed de la iusticia del mondo, liavendo in omnibus re specto al corpo, perchè l’anima tenevano per niente. Et ita non fa cevano altro che goldere mancando carne la quadragesima, non andai may a la messa, non se curar de vigilie ne de santi et al tutto con-tempnendo papa, cardinali et la giesia catholica universale, Dice vano che santo Francesco era stato uno ypocrita et dentimi se facevano beffe de dio e de li santi, vivando al suo modo usaveno maschii e fernette promiscue et indifferenter cttm singulis (similibus etc. Se ver gognaveno esser domandati per nome christiani. Propterea se li ha vevano facti mutare et se chiamaveno li soprascripti nomi stranei et de simile. Dicevano che Moyses era stato un grande inganator de homini con le sue leze et Christo un seductor de popoli e Machometo homo de grande ingégno, che se tirava dreto tuta gente per indù stria e malitia sua, siche era grande inanellamento ali moderni docti sequir tal leze e norme se non viver al suo modo etc. Gli era ancora uno deli principalissimi chiamato -lidio Pomponio doctissimo homo, liomano, qual circlia uno anno andò a Venosi a et li par legesse et modo sia desternito pur per tal cason. Tandem devenerant isti ad tantam iusolentiam ultra laltre pacie che tutoldì andaveno vociferando et di gando che certamente il papa morirà presto inante passasse il mese de marzo proximo mo luno mo lalt.ro et in diversi lochi et modi siebe se ne faria un altro et che le cosse andariano per altra via. Intanto cli’essendone più fiate a risata S. Sta se ne faceva beffe credando fusse per vaticinii o per astrologia etc. Et tra laltri lo nostro revmo cardinale de Thyano 4 sentendone pur qualche cossa ghe ne dedì nititia per scaricho suo et anche 11011 lo extimò Sua BM ni may monstro farad caso fin ch’un Jnliano de l’Aquila, altre fiate factor de monsigr'' de Pavia3 la in quele parte et nunc fora de casa sua cum pocha gratia et qual era molto mal contento, fu temptato da alcuni de questi 1 F. Gonzaga. 2 A. Faseolus; v. sopra p. 362. 3 Cfr. Bubckhardt II*, 359 s. * N. Forteguerri. 5 Ammanati.