I.ibro III. Capitolo 12 b. Sisto IV. 1471-14S4. Il magnifico palazzo che Girolamo Riario si fabbricò nelle vicinali/,' di S. Agostino (oggi Palazzo Altemps), ha invece perduto compie tamente il suo carattere originale.1 Anche il castello di caccia dell» Magliana sulla via Ostiense devesi a Girolamo Riario.2 Si andrebbe troppo per le lunghe se si volesse entrar qui in più minuti particolari. Questo è certo, che i parenti di Sisto IV erano veri mecenati dell’arte; gli stemmi dei Riarii, dei della Ro vere e dei Basso contrassegnano una splendida attività artistica in opere monumentali d’ogni genere. Mossi dall’esempio del papa dei suoi nepoti. anche molti membri del sacro Collegio favorirono arte e artisti. Oltre all’attività già menzionata del ricco cardi naie Estouteville, fa d’uopo ricordare innanzi tutto il non menu ricco cardinale Rodrigo Borgia, che eresse un magnifico palazzo tra Ponte S. Angelo e Campo di Fiori. Il Cardinal Marco Barbo compì la gigantesca costruzione del palazzo di S. Marco (di Venezia), ai ricchi la chiesa di S. Marco di un ciborio ricco a sculture e fece erigere al suo defunto zio Paolo II il grandioso monumento sepol crale di cui giti è stata fatta menzione.3 Il Cardinal Gabriele Ran goni dei frati Minori fece restaurare dai fondamenti la sua chies;> titolare dei SS. Sergio e Bacco ed erigere nella chiesa di Araceli una magnifica cappella al suo confratello nell’Ordine da poco cane nizzato, S. Bonaventura. Anche il convento di Araceli e la chiesa di Chiari, patria del Rangoni, andarono debitori all’egregio Cardinal d’importanti opere di abbellimento.4 Costruzioni poderose furono finalmente i palazzi dei cardinali Piccolomini e Nardini; il palazzo di quest’ultimo, oggi molto rovinato (Palazzo del Governo Vecchioi. fu costruito nel 1475 ; esso è l’ultimo dei palazzi di Roma, « ne! quale è ancora impresso qualche carattere di rocca medioevale ».' Più ancora che dai palazzi e dalle chiese, le quali a causa di posteriori trasfomazioni sono totalmente cambiate, la memoria dei cardinali di Sisto IV sarà tenuta viva dai loro splendidi marmorei monumenti sepolcrali. Fu costume generale in Roma sotto il primo papa della Rovere di onorare con magnifici mausolei i principi della Chiesa defunti: la scultura del primo rinascimento romana raggiunse sotto di lui il suo apogeo. Il modello della scultura sepolcrale del Quattrocento in Roma 1 Cfr. Gitoli, In lOHceUei'ia eil altri pnlnzzi di A*ouni. Roma ISiCJ. •»-■ •’ Cfr. GnoLi in \ unni antologia 1 Siici, 4X1 s. e Arch. d. Sor. Unni. XXII. 480 1 Cfr. sopra p. 42X. Anche il tabernacolo di S. Marco (ora in iiezzi in quell* sagrestia) è un’opera eseguita da Mino da Fiesole e Giovanni Dalmata in o> nume; vedi Stkinmann, Itimi 1ÌX s. e Gxor.i in Ardi. xtor. dell'Arte III. * Cfr. Battauoia, (1. Ranyonl 21, 25 s. 3 MCntz, Hixt. de l'Art. I. 101. Gbkuokovirs VII3 li-’is. Cfr. Fokihi.i.a XIII- 171 ; Steinmann 37 s. ; cfr. iltid. 77 s. Sulla capitila Nardini in S. iluria in Trastevere dipinta da Melo/zzo da Forli. Una iscrizione intorno ad un restauro intrapreso dal Cardinal Gonzaga in Bologna trovasi in Atti dell'fi ni il in II, 1W-