<17-1 Libro III. Capitolo 12?). Sisto IV. 1471-1484. delle tre divine persone in una serena gloria al di sopra della scoti;' (lolle tentazioni di Cristo sostenute vittoriosamente il Botticelli d< scrive la preparazione del Salvatore alla sua vocazione di soinnn sacerdote, nel cui esercizio egli è già visibile quando nel medesimo quadro predica. Alla vocazione dei primi apostoli è dedicato un al fresco apposito, nel quale si ha un’allusione « poiché erano pescn tori » (Matt. IV, 18) al nuovo ufficio. La pienezza della potestà del primato nasce essa pure da una espressa vocazione da pa^te del Fi glio di Dio. La maniera sommamente grave e solenne, con cui il Perugino rappresenta questo fatto nella consegna delle chiavi, deve inculcare nello spettatore l’origine divina della potestà papale e riempirlo di fede per vedere nel povero pescatore del lago di G< nezareth elevato alla dignità di primo papa colui, al quale è dato il potere di legare e di sciogliere, di chiudere e di aprire. Così nel ciclo di affreschi della Sistina appariscono i tre più in portanti personaggi della storia: Mosè, Cristo, Pietro, la cui mutu relazione non fu estranea all’arte cristiana dei tempi più remoti (ìià nelle pitture delle catacombe Mosè presentasi non soltanto come tipo di Cristo, ma anche di Pietro, alla cui guida è stato affidato il popolo della nuova alleanza. Quando era ancora cardinale Si sto IV aveva nella sua opera intorno al sangue di Cristo espresso una delle idee fondamentali degli affreschi della Sistina per mezzo di quella espressione: Il nostro Mosè è Cristo. Innalzato sull; cattedra del principe degli Apostoli egli fece glorificare nella su cappella di palazzo Cristo e Mosè come tipi del luogotenente di Cristo, e proprio in modo da avere continuamente innanzi agli occhi gli affreschi della vita di Gesù posti sulla parete lunga della parte dell’epistola, mentre il ciclo di Mosè si svolge dal lato de1 Vangelo al di sopra della sua testa dietro il trono.1 Quanto Mos< come condottiero del popolo eletto prefigura, ciò ha adempito Cri sto per tutti i tempi. Ma Pietro, che, come indica la serie dei papi posta in alto, vive nei suoi successori, governa come rappre-sentante di Cristo con la sua triplice potestà di sacerdote, maestro e pastore. Da lui, legittimamente chiamato, l’umanità viene condotta al Salvatore, come già una volta Mosè condusse il suo popolo, tipo della cristianità, incontro al Redentore del mondo. Lo svolgimento di tutta la divina economia della salute a favore dell’umanità si riassume nei tre nomi di: Mosè, Cristo, Pietro. In 1 Intorno ai rapporti tipologici tra l’Antico e Nuovo Testamento nell’artt' cristiana antica e nuche tra Mosè. Cristo e Pietro cfr. Ivracs, Renl-EnzyM-d. christl. Altert. II. 430-431, 736, 854 s. e Gcscli, d. chrixiì. Kunst I. 3ffl. 472; De Rossi, La Hibl. Paup. in BuUet. d'arch. rrist. 1887. 56; Steinmann 22S s-230 s. ; Hugers loc. cit. GUI Hettnek (lidi. Studien 240) richiamò l'attenzion*' sul fatto, che nella Sistina la storia di Cristo, rappresentata perciò anche S,!Ì lato Nord come il meglio illuminato, apparisce siccom - la cosa che piò pred" mina e determina.