IJI.ro II. Capitolo 3. Paolo II. 1404-1471. gli l'nglieresi, nessuno era pronto. Ciascuno cercava d'impicci" più che gli ftww possibile la sua quota e proprio gli Stati più t< n erano quelli che associavano dure condizioni al pagamento 'llu somma. Mentre Venezia, Firenze e Milano esigevano la cessi' della decima, vigesima e trigesima papale, il re di Napoli pret n deva la remissione totale »lei tributo, di cui era debitore alla S. Sede. E certo per venire tanto più sicuramente a ca|K> di qm , ultima domanda, Ferrante impaurì il papa col rivelargli, eli-sultano aveva fatto offrire in Napoli un'alleanza e 80000 duc iti, qualora il re fosse disposto a suscitare una guerra in Italia. Più tardi, quando le relazioni tra Komu e Napoli divennero più >! cili, il terribile Ferrante minacciò apertamente di volersi alitar** col Turco.1 (ìli inviati radunati in Roma spiegarono di fronte alle i -stenze del papa Parte genuinamente italiana dell’eludere la 1 stione e del procrastinar«*. Era evidente: nessuno voleva adatta *i a far qualcosa.2 Tale « stato sconfortante di cose» mosse Paolo II a rendere di pubblica ragione queste trattative: tutto il mondo •• vevn sapere di chi fosse la colpa se dopo sei mesi di pratiche < ■ st'affar«* importante non aveva fatto un passo in avanti. In amari lamenti espressi* il papa la sua giusta indignazione: « Solo pei non si presti aiuto ai Veneziani si vanno facendo dei lamenti |**r i pesi imposti: almeno, mentre in tal molo si abbandonano i ziani, non si abbandonino anche tutti i fedeli e se stessi ! » Si v.»r rebbe quindi soddisfare al proprio dovere col denaro della Cbi«^* e a lei togliere così la possibilità di aiutare gli Ungheresi. La con rinatone sarà che l’Ungheria dovrà conchiudere una pace coi Turi1:1 Nè altro resterà alla fine da fare anche ai Veneziani, tanto più Mohammed ha offerto loro condizioni discrete. Però quando • ranno messi da banda questi due propugnucoli. al nemico d* cristianità rimarrà aperta per terra e per mare la via dell’Italia Ma questi lamenti non riuscirono a scuotere dal loro letargo gli Stati italiani, come nemmeno la notizia giunta a Homa ie-l maggio del 1465 «li armamenti poderosi dei Turchi, specie per mare, «lai quali «iirettnmente era minacciata l'Italia.* Proprio i» * Oltrv all«* fonti citato «la CtnusTOPiiE II, 130 162 ». cfr. and* I* * ' t«*ra di Agostino de Rubels a Fr. 8fona in (lata di Roma. 20 feltrato 1*^" Hi Itilo! rea Amhroilani. Altri particolari miUa contesa fra Roma r N Itoli r. «otto al capitolo a * Aneli« ano desìi ambasciatori stessi. Giacomo de Aretio. circn le tr»!<»< fitti In ntmmbedonp cardlnallxia n«l scrive («la Roma 18 mano 14*5): * ‘ condo a mi pane comprendete 1« quelle volte che me *o ritrovato In »liaU Krega rione non eompvead alcuno «*lie vaNe offerir** alcann ct»»n ». Archi*-Uiintasn In Mantova. * Ammanati. KpiW f. «>*>. C*fr. /.ixkcimo« II, 3«» a. * • lettera di J. P. Arrlval*entis del 21 mano 1485. Archivio Oon«a» 'In Mantova.