106 secondo quello della conferma ottomana (1). Traverso l’opera secolare di revisione, la formula iniziale era stata assai modificata e anche nella lettera aveva assunto altro significato. È noto che il cosi detto joedus ottomano della fine del sec. X riproduce, in parte almeno, le clausole del cosidetto factum Lotharii dell’ 840 e, fra l’altro, quelle relative al confine civitatino tra longobardi e venetici. In una di esse, secondo il testo lotariano, è detto che la frojirietas, cioè il diretto dominio venetico in terraferma, nel territorio civitatino, si estendeva usque in terminum, quem fosuit Paulitius dux cum Civitatinis novis ; che questo si leggeva in un factum, nel quale era nominativamente descritto il tracciato della confinazione de Piave maiore usque in Plavem siccam, cioè fra i due rami della Piave allora esistenti (2). In altro capitolo, dello stesso patto lotariano, ma di fattura più tarda del precedente, compilato con la scorta dei medesimi elementi, è detto che la terminatici fu compiuta, al tempo di Liut-prando, dal duca Paulicio e dal maestro dei soldati Marcello, secondo il tracciato descritto nella largitio di Astolfo ai Civitatini (3). La (1) Il diacono Giovanni non conosce il testo lotariano dell’840, e quelli immediatamente derivati da esso, ma il testo ottomano (Cfr. Kolschutter, Venedig unter dern Herzog Peter II Orseolo, Gottingen, 1868, p. 85, 88, 90), le cui formule avevano modificato il primitivo pactum inter Venefico« et vid-nos suos in un foedus tra il popolo Venetico e il regno italico. Da questa prospettiva il cronista desunse la nozione del foedus inconvulsae pacis, stipulato tra Venetici e Liutprando nell’esercizio di piena sovranità. (2) M. G. H., Capit., II, 131 ; Documenti cit., I, 107, cap. 28 : usque in terminum quem posuit Paulitius dux cum Civitatinis novis, sicul in pacto legitur de Piave maiore usque in Plavem siccam, quod est terminus vel pro-prietas vestra. Naturalmente il Besta (La genesi cit., p. 602) ha ricostruito il testo a suo arbitrio per trarre il significato più conveniente alla sua tesi. Io preferisco il testo originale. (3) M. G. H., Capit., II, 131 ; Documenti cit., I, 107 : cap. 26 : De finibus autem Civitatis novae statuimus, ut, sicut a tempore Liutprandi regis terminatio facta est inter Paulitionem ducem et Marcellum magistrum militum, ita permanere debeat, secundum quod Aistulfus ad vos Civitatinos novos largitus est. Anche sopra il testo di questo capitolo il Besta (La genesi cit., p. 600 sg.) ha avuto a che ridire, ma è stato molto discreto, perchè si è accontentato di espungere il vos. Quanto a inter, sopra il cui significato si è tanto fantasticato, credo che esatta interpretazione possa esser offerta dall’ analogo costrutto che si incontra nel placito di Risano del 804, (Documenti cit., I, 67), dove è escluso ogni presupposto di bilateralità.