La battaglia di Campo Morto, 21 agosto 1482. era forte, giacché l’esercito suo occupava un terreno a foggia d'isola pi retto a mezzpdì da una piccola palude e difeso a Nord e all’Est da alberi e da boscaglie. Dalla parte d’occidente, dove i pontifici (liniero l'assalto, stendevasi un prato largo circa 500 passi; quivi era un fosso di circa due piedi di profondità che serviva allo scolo dalle acque. Dietro questo stava appostata l’artiglieria di Alfonso. A irca 300 passi di là egli aveva fatto scavare un fossato molto più profondo a difesa delle sue milizie.1 Dopo che Roberto Mal a testa, cui il Riario aveva affidato il su-pi ino comando, ebbe ordinato l’esercito per la battaglia e lo ebbe animato a pugnare strenuamente, mandò avanti i pedoni per dare l’assalto. Questi erano in maggior parte delle reclute, le quali rimasero così spaventate dei Turchi loro messi di fronte da Alfonso, die si ritirarono tosto indietro. Per tal modo quasi l’intero esèrcito pontificio sarebbesi scompigliato, se al momento opportuno Ruberto non si fosse gettato in mezzo con una eletta schiera di vaio; osi soldati. Così egli non solo sostenne l’urto del nemico, ma lo ri acciò anche indietro al di là del fossato. Con la spada in pugno si sostenne qui per un’ora, compiendo nel medesimo tempo il dovere di soldato e di duce.2 Mentre quivi infuriava la mischia, Giacomo de’ Conti con sei «inadre investiva l’ala destra del l'accampamento nemico. Questo «•cerchiamento rimase nascosto ad Alfonso perchè da quella parte le boscaglie impedivano la vista. Nel medesimo tempo Roberto rinnovò il suo attacco contro la fronte del nemico. Questi impotente ■i sostenere il doppio assalto dato da forze superiori cominciò a ten-b'nilare, poi a darsi alla fuga. \Alfonso aveva fino allora combattuto «come 1111 leone»;3 parecchi cavalli gli erano stati uccisi sotto; ora per non rimanere bloccato prese anch’egli la fuga. Solo a stento attraverso la selva potè •‘¡parare a Nettuno, dove con pochi compagni si gettò in una barca per raggiungere Terracina. Quivi protetto dalle galee di suo padre •accolse i resti dell’esercito. 1 Sigismondo de’ Conti I, 142 s„ il quale fa pure una Ix-lla descrizione '•‘‘•la battaglia, di cui si è giovato moltissimo U Sansovini nella sua Storia dr-Orsini. Cfr. inoltre Infessuba 102; Sanitdo, Commetti. 39-40; Andrea Bui-Xar»i I, 103 s.; un dispaccio senese in Archivio tirila Sor. Hom. XI. 606 s.. In relazione estense presso Cappelli 32-33, la lettera di Roberto presso Tonini 390 s.. w,«ne pure una seconda lettera del vincitore pubblicata dal Vai.kntini insieme i',t '"l’altra relazione neU’Arcft. Veneto 1887, fase. 65, p. 72 s., e In lettera 'li Caterina Sforza presso Pasolini I, 132 (con fac-simile); si aggiunga poi la "■•azione del Pasius del 34 agosto 1482 nell’A r eh i v i o di Stato in Mo- ietta. Sigismondo de’ Conti loc. cit. , ‘ V. la * relazione del Pasius nell'A r eh i v i o di Stato in Modena 'ltata qui sopra n. 1.