«in. n a ve ne fosse bisogno, a sostenere il papa con le armi a propri -pese.1 Anche il Platina confessa che molti ebbero a disap-pt'i ire <|uesto accordo.2 Sisto IV’ di fronte al duca di Milano difesa !a cessione del territorio sopra accennato adducendo il consiglili dei cardinali e l’intenzione di Pio li di fare altrettanto: di più aggiunse, quel territorio era stato più di peso che di utile alla «’hi sa e anzi lo stesso duca aveva consigliato un tal passo.® Questi buoni successi furono tali da incoraggiare lo scaltro re «al latore a progredire più oltre nella via in cui s'era messo. Ne *• '_ che giù nella primavera la lega dei principi italiani era senza almiia speranza di riuscita. Mercè le assidue mene di Ferrante imi rigarono le pratiche romane tra i rappresentanti delle potenze, • poco dopo egli stesso potè per iscritto disdire a Milano la lega.4 Questo turbamento delle relazioni tra Milano e Napoli tornò mollo sgradito al pontefice, che con tutto lo zelo si adoperò onde imptdire una rottura fra le due potenze.5 Egli poteva nutrire speranza di riuscirvi facilmente stante che le sue relazioni con Milano, *tat. sempre ottime, erano diventate anche più intime negli ultimi »••iiijti. li Platina racconta, che il cardinale di S. Sisto, o per gelosia •b-ì promozione del Rovere a prefetto della città e duca di Sora. " I Hiè tale era il desiderio del signore di Milano, sollecitò gli "p" sili di stio fratello Girolamo con una pronipote dello Sforza, «n;. figlia di Corrado di Cotignola. Girolamo era stato lino allora *pa iatore di spezierie, secondo altre notizie pubblico scrivano a •savnna ed ora fu comprata per lui la cittadina di Roseo |*er 14000 fiorini d’oro. Il Riario si spinse ancora tant'oltre «la far condurre ■••a chetichella da Pavia a Roma il giovane frati-ilo del Cardinal •»«oliano, perchè Galeazzo Maria Sfora» aveva gettato gli occhi su ''ù e manifestato il desiderio di legare a sè questo nepote del papa ’"aliante un connubio. Essendo Giovanni della Rovere scomparso