Il re ili Napoli comincia la guerra contro Sisto IV. ajM-1 le ostilità contro Roma. Già alla metà di aprile le sue milizie comparvero in vista della residenza pontificia a Marino, col pretesto •li difendere i Colonna contro gli Orsini. Ferrante fece dichiarare ni Conservatori, che egli non prendeva le armi contro Roma, ma veniva a liberare la città e l’Italia dalla schiavitù nella quale era cì Ulta per il cattivo governo di Girolamo Riario.1 Il 18 d’aprile partì un’intimazione per il re Ferrante perchè ri'irasse le sue milizie;2 il 23 aprile il papa si lamentò in concisi ro della venuta delle milizie napoletane in Marino e dichiarò che cl i noti poteva accordare al figlio del re, Alfonso di Calabria, il <1 siderato libero passaggio per lo Stato pontificio onde recarsi in sì corso di Ferrara.3 (ìli ambasciatori napoletani e ferraresi lasciarono il 14 maggio hi rapitale pontificia recandosi avanti tutto con ostentazione a Marino (la Lorenzo Colonna. Qusti che riceveva continui rinforzi da N poli e dai Savelli, cominciò ora ad allargare le sue scorrerie fin scito le porte di Roma; anzi il 30 maggio le sue milizie penetrarono anche in città, sebbene venissero ricacciate indietro dagli Orsini e da Girolamo Riario. Ancor prima di questi fatti Prospero < «donna era passato dalla parte dei nemici del papa, accogliendo in Paliano un presidio del duca di Calabria, che in quel frattempo eia comparso davanti a Roma come capo supremo delle milizie napoletane (22 maggio). Tale tradimento doveva già per se solo muovere a sdegno Sisto IV; era offensiva in particolare la circostanza, che Prospero crasi fatto pagare poco innanzi una parte del suo soldo; nè sfuggì ai pontefice l’importanza dei luoghi per tal modo perduti. Per il che — narra Sigismondo de’ Conti, — il papa prese una pericolosa risoluzione, la quale tuttavia, come gli effetti mostrarono, risultò opportuna allo scopo.4 Sul meriggio del 2 giugno si tenne un concistoro, al quale intervennero pure il conte Girolamo e Virginio Orsini, che accusarono •li tradimento i cardinali Colonna e Savelli. Questi si difesero energicamente e biasimando energicamente la condotta dei loro congiunti cercarono di gettare su essi tutta la colpa. La seduta fu molto tempestosa e durò fino alla sera. Alla fine il papa ordinò, che ad evitare mali maggiori i due cardinali fossero trattenuti quasi come ostaggi delle famiglie male intenzionate. Anche Mariano Savelli, un fratello 1 It\I,AN 228. 1 • Mirtilli IV. ri-pi Ferdinando, ilat. Rotane die XVIII. A/ir ri in t/,82. Biblioteca Nazionale in Firenze. ' Balan 228 secondo dispacci dell'Archirio di Stato in Modena. Quivi palmenti i particolari circa un ulteriore tentativo del papa jier guadagnare i '«lonna. , * Sigismondo de' Costi I. 137.