Il tentativo di Andrea ZanK>meti£ per tenere un concililo. 553 Mentre in Basilea già facevasi assegnamento sui vantaggi inalt ali elie il concilio avrebbe apportato alla città, Andrea cerei a «li trovare altri punti d’appoggio nella Svizzera. Nel mese il (irile egli si recò a Berna, dove in breve riuscì a guadagnare |m enti fautori. Ma l’accorto consiglio capì ben presto a «qual gr.ive molestia» si sobbarcava aderendo all’avventuroso progetto ilei concilio. Il 4 maggio fu spedita una lettera a Basilea, nella quale mettendo in guardia la città amica si negava in fondo ogni !>: ese partecipazione all’ardita e pericolosa impresa. Presso Roma Iti ma fece le sue scuse perchè senza saperlo aveva onorato un ni no, che si metteva in opposizione con la Chiesa e col papa.1 (ìli oltraggi lanciati da Andrea contro il papa avevano desi to anche in Basilea qualche lieve dubbio, anzi il sospetto che si trattasse di un odio privato; tuttavia gli fu permesso di promui-g; ¡ e formalmente il concilio. Ciò fu fatto per mezzo di una lettera a rta diretta a Sisto IV, al quale viene interdetto ogni ulteriore e- icizio del suo potere papale fino a che non si sia giustificato 'li fronte al concilio e questo non abbia deciso.2 Questo documento pi no di oltraggi e di accuse incredibili fu stampato in foglio vo-!» ’ite e divulgato in ogni parte. I partiti si cominciarono tosto a •1' ineare. Uomini fedelmente devoti alla Chiesa, come il francesi .¿no Glassberger, non potettero frenare la loro indignazione per empio linguaggio» di quel manifesto, scritto da un uomo che aveva perduto la testa. Il vescovo di Wiirzburg ne proibì la risi iinpa.3 Ma altri, che avevano motivi di lagnarsi di Roma, pas- * trono completamente sopra la considerazione che con quel proli'ito di concilio, quale l’aveva ideato Zamometii, la Chiesa non aveva nulla da guadagnare e ben molto da perdere. Acciecati dalla passione, aderirono a q nell’audace. Così Ottone di Sonnenberg,4 '••scovo di Costanza, lasciò di fatto che senza ostacolo avvenisse »'Ha sua grande diocesi la promulgazione del concilio. Per mezzo 'li un libello in tedesco stampato a Magonza intitolato: It ist noiU 'l'i* diche und rii Concilia icerdcn (è necessario che vi siano spesso r molti coneilii) fu fatta propaganda presso il popolo in favore della falsa dottrina della superiorità del concilio ecumenico sopra ■I papa e vennero incitati i principi laici a servirsi del concilio contro il legittimo papa.5 ' Jahrb. f. »chiretz. Gesch. IX, 13-14. ' Circa le diverse reflazioni di questa promulgazione del concilio v. le ri-'’•rehc fondamentali di Scklbcht, Zanvimctif "N s., 96-101, 36* 8. ' Glah8beiu:ek 482. Schlecht. Zamonictif 43*-45*. * Per le relazioni di costui con Sisto IV, vedi Vochebeb 858 s. ’ Su questo libello di 21 fogli in quarto, che conservasi in unico esemplare ■*11* Biblioteca Nazionale di Parigi, ha richiamato per 11 primo l'attenzione nei Katholik 1895, II, 229 a. Il contenuto deUo scritto è il seguente: t: "ecessario rafforzare l’autorità dei concili! e porli al di sopra del papa e dei