IJbro II. Capitolo 2. Paolo II. 1 lti4-1471. Alt rettanto querule « come i disperati omaggi e le adulazion «•»>n i ni il Platina opprimeva il carceriere, sono le lettere lanit-i voli, con le <|nuli invocò l’intercessione di buon numero tli cardini! tutte queste lettere riboccano di adulazioni ai destinatarii «•«> verso Paolo II e Bando ile Arevaio. In una di esse il Platina« fessa che lui in animo di togliersi la vita. Contro l’accusa d’irr giositn egli sostiene d'aver sempre soddisfatto ai proprii oblili: ecclesiastici, per quanto ciò consentiva l’umana debolezza, «* «li i aver inai svisato alcun articolo di f«*«le. L'unica colpa di cui si * m consapevole è «li non aver denunciato le ciarle di Callimaco.1 Anche Pomponio Leto, che fu consegnato al papa da Ven* «turante la sua prigionia in Castel S. Angelo non si addirne* punto «piello stoico romano antico, che del resto amava appari con ostentazione. Pare, è vero, che da principio dnrante l’intcì gatorio siasi permesso delle parole mordaci,2 ma tosto segui ics« i pio del suo amico Platina cercando «li guadagnarsi con lett laudative il favore «lei suo carceriere e d«*I papa.3 Con le espressi- i piò forti che si |>osstiiio immaginare egli affermava la propn innocenza e supplicava in pari tempo che gli sì desse <|Ualche libi «la legger»» nella stia involontaria solitudine. Ma invece di Latta»? «* Mncrobio, che Pomponio aveva domamlato, Roderico de Areva gli mandò il suo trattato sugli errori «lei concilio di Basilea. Poi> |ionio fu |ioco lieto «li «piesto cambio, ciò non ostante lo ri graziò in una lettera piena di elogi nauseanti. In tal modo et; : credeva «li ess»-rsi aperta la strada ad una supplica e infatti quel medesimo giorno espressi* il desiderio di avere con sè un «x*: pagno allegro, col quale potesse scambiare i suoi pensieri e a" lorava la sua richiesta con quel motto della Scrittura : Portate -tini il /«•#« defili altri, e coni adempirete la Irijtfc di Cristo. Kbl «■sa lidi tu anche questa preghiera. Ilei tutto fiaccato si mostra Pomponio Leto nella autodife*- 1 V. »|>cclnli»rnte In lettera al «nnlliial Ainnutnntl pnfaii V .virasi I. •?t*— l'n nltm eonuwgno «11 sventura tlel l'Iniln» mtìw dorante la sua cattura «K: lnMf iHTiwKiKiim’Olf lamentose. uri li- quali imparava «lai papa, ma nunx'f”' »ilulatlnni. In llbrmilom' «lalla sua npatroiiwa prigionia (Are »erro dr' *rr' are pa*l»rr Art prima rolaaaa dr la frdr ,lrr dcgmi virar del tallo fallae* 1 ijxnvte poeaie : * t’erti rapitali ' -!*’> e. Itniiin itd ¡H*tau;a del papa II. — riempiono tutto un niluw. « 1 908 >lel II ri II» h Museutn a Londra. * dii Hmiltn «In un'allnslone «-Im> lr»v«»l In una 1 •■Itera dei l’tatina a I‘ : |M>tli» I<‘tO |I|««M Vairam I. 3S. * CBKicirtox Iti. 44*4.1, 2ift-2S4: «jui si hanno le lettere rlpnwlotte il Cod. Itit della Biblioteca «lei Collegio Corpo* C-hrlatl a Cais bridge. Un manoscritto migliore rimasto ignoto al CattoHios conserva»! Mnri’ioti» a Venezia.