730 Appendice. correzione. Il che avvenne certo quando i 12 libri dei Commentarii erano finiti: Campanus i)8(> non fa cenno che (li questi 12 libri, men tre il Platina parla del cominciamento di un libro 13.°; questo, edito dal Voigt, la cede tuttavia di gran lunga agli altri per latinità e stile (Voigt II, .‘{IO). 11 vecchio titolo dei Cod. Regin. 1995 (Commenta riorurn Pii II. P. M. praefatio incipit) non parla nè di 12 nè di 13 libri. 11 manoscritto però contiene di fatto anche il principio del libro 13. aggiuntovi al certo posteriormente e termina appunto colle stesse parole dei due manoscritti delle B i b 1. Vali icelliana e Corsini,1 su cui il Voigt fondò la sua edizione. Nel Cod. Regin. precede un Index. poi il. manoscritto al foglio 1 comincia con le parole: «Jesus. Si perii morte animus » etc., cioè con la prefazione che è attribuita al Cam pano.2 Al foglio lb principiano i Commentava del pontefice dapprima scritti da un amanuense, ma con giunte posteriori al margine. Così p. e., relativamente all’imposizione del nome di Piecolomini, le pa i ole, che qui seguono in corsivo, sono un’aggiunta posteriore : « Ae neas etiam patris Silvii nomen accepit et ób reverentiam Apostoli, quem indovuta barbari decoriarunt, Rartholomaei, tritonimus enim fuit, Ae neas Silvius Bartholomaeus appellatila: editus autem est in luccm ipsa luce annoti Evangelìstae Lucae XIIII Cai. Nov. 1405. Hic in pueritia etc. ». Una notevole variante dal testo a stampa trovasi nel Cod, Vatic. f. 2. Ivi si legge: Exinde cuiu diu apud patrein quaevis officia ruris obiisset, annos iam duodeviginti natila in urbem migravit». Mancano quindi non solo le parole « civili exercitatione », ma altresì il passo, messo già in dubbio senza conoscere il manoscritto da Voigt II, 339. come una interpolazione di un adulatore :3 « animi levandi causa prout a nobilibus beri solet ». Assai caratteristica al f. 7 è quella aggiunta clic scusa l’autore : « At Aeneas non tam foeminas «piani latrones—dormire sinebant », che manca nelle stampe più antiche, e fu pel primo pubblicata da Ctjgnoni p. 180. Al f. 11 segue un'altra mano, che arriva sino al f. 33b. Il f. 34 non è scritto. Nella scrittura di f. 35-61 credo riconoscere la mano di Pio li; un raffronto col facsimile di un auto grafo di Pio II dal Cod. Chis. I, VII, 251, f. 269, edito dal Cugnoni. come pure col poscritto autografo al breve di Pio II del 25 novem ¡»re 1458 a Siena (stampato in Piccolo mini, Doc. [v. sopra p. 41, n. 1], ch’io potei poco dopo esaminare, mostra grandissima somiglianza nel tratto. Mentre la parte trascritta dal f. 11-331’ procede via senza cor lezioni come una copia, quella a f. 35-61 produce del tutto l’impre» 1 Attualmente il manoscritto è segnato : 35. G. il. ■ Alcun»“ varianti »lei codici dalla stampa furono recentemente notate «lai IìEsca 31-32. Contro Voigt il TjRsca 54 vorrebbe attribuire la prefazione a Pio II. * Il Campano, sospetta il Voigt. del »'li*' tuttavia mi sembra sia da du l'ita re.