634 libro ITI. Capitolo 12«. Sisto IV. 1471-1484. denaro era Francesco Filelfo. il quale prendeva a tema delle sin poesie i denari e i doni che riceveva.1 Quando poi la impudente pitoccheria di quest’uomo insaziabile non trovava ascolto, egli si vendicava con le più triviali invettive. Ogni nuovo papa veniva prima di tutto molestato da questo «re dei poeti pitocchi»; se, come Pio II, non corrispondeva alle esagerate aspettazioni, veniva coperto da un diluvio di vituperi. Gli attacchi di questo umanista, il più nauseante fra tutti, contro il defunto Pio II furono così insolenti, che il Collegio cardinalizio ottenne di far catturare lo sfrontato bugiardo, il quale nel medesimo tempo brigava per esser ammesso alla Curia.2 Quando salì al potere Sisto IV il Filelfo die-desi nuovamente attorno per raggiungere la sua meta prediletta. Il papa da principio non vi si mostrò propenso: allora Filelfo dalle adulazioni passò ai lamenti e finalmente alle minacce. Se nel 1474 ottenne infatti di essere chiamato a Eoma, il motivo determinante fu certo il timore che avevasi della sua penna.3 Il Filelfo insegnò rettorica all’università romana solo per breve tempo; anche «pii non mancarono dissensi e in particolare egli venne a conflitto con Miliaduca Cicada tesoriere pontifìcio. Nei primi tempi però « era stato rapito dalla città, dal suo clima, dalla vita piena ed elegante che quivi si conduceva e soprattutto dalla incredibile libertà, che vi si godeva ».4 Diversi esempii dimostrano che Sisto IV faceva buon viso anche a dichiarazioni molto franche. Anzi allorché (1482) Paolo Toscauella nella Chiesa «li S. Pietro alla presenza della corte pontificia inveì nel modo più violento contro il papa, la di lui famiglia e i cardinali e presentò loro un elenco formale di colpe, il papa non prese alcun provvedimento contro di lui. Giacomo Volaterranus, che racconta il fatto, riferisce, che molti si sustinere ampliti* poteritis?... Exurgite i fri tur, exurgite..... et tanne sceleratis stimmi hominem, liane truculentam feram, hoc imtoanissimum monstrum non ex urbe abigite, non ex Italia exterminate.... sed caedendum flagri« et usque ad ossa dilaniandum, disoerpendum, dilaeerandiun tradite ». 1 Voigt (Wiederbelebung P, 531) descrive diffusamente il sistema di meo dicare del Filelfo. a Voigt, Pius II. Ili, 637 s. Gaspaky 116. Tirabosciii VI 2, 326. Lezio-Renier, I Filelfo 58. Areli. stor. Hai. Ser. 5, VII, 291 s. 3 Questo timore spiega anche il trattamento cortese, col quale Sisto 1' lo trattò giungendo in Iioma : cfr. Müntz, Renaissance Si). In qual modo il Pilelf" mendicasse un aiuto da Lorenzo de’ Medici per trasferirsi a Roma viene n*ir' rato dal Burkr, Lorenzo 26. V. anche Eizio-Renier, I Filelfo 63 s.. 67 s. Sul come poi cercasse di ottenere in Roma da Sisto IV un posto fisso cfr. G. ZiPi’tu Vna lettera inedita di Fr. Filelfo a Lorenzo il Magnifico. Pistoia (Per nozze) 190— * « Et quod maxiini omnium faeiendum videtur mihi. incredibili* quae-dain hic liliertas est». Epist. LX presso Rosmini; vedi Gregorovius VII* 531 e Müntz nella Revue d, deux Mondes 1881 (Nov.), 168. Vedi presso SXtUK U1-593 quanto bene accogliesse Sisto IV una franca espressione del conte Eberardo di Württemberg.