358 Libro I. Leone X. 1513-1521. Capitolo 10. uomini eccellenti quali furono il Castiglione, Giulio Sadoleto e Giulio Battista Sanga,1 nonché il suo testamento. * Insieme al Bibbiena il papa da principio trattava molto coi cardinali più giovani, a [cui [doveva la sua esaltazione, special-mente con Luigi d’Aragona, Alfonso Petrucci, Soderini, Salili, Ippolito d’Este, Sigismondo Gonzaga e Marco Cornaro, 3 ai quali si aggiunsero i nuovi eletti Cibo e Pucci. * La 'maggior parte di costoro amava e proteggeva la letteratura e Parte, alcuni anzi coltivavano interessi scientifici,r' ma erano di sentimenti affatto mondani: molti, da figli d’un’età 'gravemente corrotta, conducevano vita scandalosa : la loro esistenza scorreva in cacce selvagge, in sfarzosi banchetti, in frivoli spettacoli e in cose ancor peggiori. La famigliarità con questi signori dilapidatori e stravizianti nel lusso e nella vita di piacere, non poteva che agire dannosamente in un uomo come Leone X, che per natura era molto inclinevole al piacere. 6 Nella catastrofe del 1517 fini in modo terribile l’amicizia con Petrucci, Soderini e Sauli. Luigi d’Aragona accusato, sebbene senza fondamento, di partecipazione alla congiura petrucciana giudicò prudente allontanarsi per lungo tempo dalla Corte sotto il pretesto d’un viaggio presso Carlo Y, ma dopo il suo ritorno nella primavera 1 Cfr. Bandini 24 ss.; Qiorn. d. lett. Ital. XXVII, 293. a Di già il B andini (50 s.) dal Mann ucci, Glor. del Cnsent. I, ci comunica alcune cose del testamento del Bibbiena, che porta la data 8 novembre 1520; cfr. anche Mazzatinti VI, 182 sul manoscritto della biblioteca della confrat. di S. Maria ad Arezzo. Il marchese Ferrajoli possiede: * Hippolytus de Cesis (cani. apost. not.), Instrument. 1511-1522, ove a p. 277 ss. si trova il Testamen-tum card11’ S. Maria» in porticu. In esso il Bibbiena provvede alle messe, per l'anima sua : fa legati a monasteri, nei quali dovrassi pregare per lui : lascia anche 150 due. prò maritandis piteUis pauperibm in terra Bibiene. Sono interessanti anche le seguenti disposizioni : Item reliquit rev. Card, do Cybo unum pannimi quadratimi sericeum auro pretextum b. Veronice quo utebatur ipse te-stator ante altare in celebratione misse. Item reliquit aliud quadrimi pannum pictum maini Raphaelis cum figura b. Virginia, quo ipse testator in eius cubiculo utebatur, mag. doni. Balth. de Castiliono. Item reliquit rev. doni. P. Bembo S. D. X. secretano quandatn parvam lunain aeream. Item reliquit quod pax magna S. 1). X° et unum collare aureum cum certi« gemmi» et etiani si S11 Sue placebit quedam crux, alias per S. Suam sibi et doni. Balth. Stuerdo commu-niter largita restituatur ». s Cfr. Sanudo XVI. 54; XVII. 217, 486 e Baschet, Cath. de Médicis 241. * San UDO XX, 193, ove con Medici e Bibbiena il Pucci è detto cardinale di palazzo. Intorno a cardinali influenti del primo periodo v. Luzro, Isabella d'liste 92. s Così per es. il Soderini si interessò di iscrizioni etnische : vedi .1 rch. stor. Ital., 4a serie, XIX, 314. 6 Lo ammette anche Iovius, Vita, 1. 4. Sui cardinali in generale cfr. Alberi, 2“ serie, III. 55 ss., 59 s. Quale fama godessero molti di loro risulta dalle nume- rose pasquinate ; cfr. Cesareo in Nuova Rassegna 1894, 1, 68 ss. ; Rossi, Pa- squinate xlii ss., xlviii, xlix ecc.; Giorn. d. lett. Ital. XXVIII, 49. Cibo e Sigi- smondo Gonzaga erano infetti di mal francese; v. Albèri, 2a serie, III, 58. Sulle grandi entrate dei cardmali cfr. Fabronius, 127, 287.