"■294 Libro I. Leone X. 1513—1521. Capitolo 9. costui, ma Francesco I sollevò lamenti? In seguito alla rivolta spagnuola scoppiata contro Carlo Y il re francese ed i suoi aderenti in Roma credevano di avere già in mano la signoria su tutto iT mondo ed anche sul papa 1 e perciò Francesco I dichiarò siccome una sfida alla sua persona il fatto, che nel concistoro si fosse parlato in genere dell’elevazione del vescovo leodiense ! Di fronte alle continue mancanze di riguardo della Francia Leone X si era contenuto a lungo, ma ora tanto più violenta traboccò l’ira sua: invece di riconoscenza per la sua buona disposizione egli ora non raccoglieva che lagni ingiustificati e minacce offensive ! Mai durante tutto il suo governo Sua Santità s’è tanto eccitata come per questa piega delle cose, scrisse al nunzio francese Rucellai il Cardinal Medici : il papa respinge questa schiavitù nella quale a lui, che ha le migliori intenzioni, non è permesso di parlare liberamente col suo collegio cardinalizio. 2 Naturalmente non si procedette alla proclamazione della nomina dell’arcivescovo di Tolosa,3 non si giunse però esteriormente ad una rottura formale colla Francia, anzi si continuò a trattare con maggior calore che mai, come eziandio durante le accennate differenze era sembrato ai non iniziati che perdurassero le relazioni intime tra Francesco I e Leone X, il quale invero nel suo interno si era decisamente alienato dalla Francia. Fatti indubbi avevano persuaso il Mediceo che i Francesi erano « tanto insopportabili alleati quanto nemici temibili ». Quest’amara esperienza, fortemente sentita, fece maturare nel suo animo il proposito di riacquistare la propria indipendenza temporale e spirituale mediante la cacciata dei Francesi dall’Italia. A favore dell’unione coll’imperatore, insieme con altri motivi, stette sicuramente anche la circostanza, che non potea farsi senza dell’aiuto di lui contro la rivoluzione nata in Germania per l’uscita in campo di Lutero. 4 Forse l’abile e prudente Cardinal Bibbiena avrebbe trovato tuttavia mezzi per riconciliare il papa con Francesco I, ma questo zelantissimo propugnatore degli interessi francesi presso la Corte romana fu colpito proprio in quel momento decisivo dalla malattia, che in breve doveva condurlo al sepolcro (f 9 novembre 1520). Per essere apparecchiato a tutti gli eventi Leone X nell’ottobre 1 « Galli miro gaudio exultant atque iubilant et adeo insolenter ut sibi totius terraram orbis imperium in manibus liabere videantur ». Relazione del Gigli al Wolsey da Roma 26 settembre 1520. Brewer III, 1, n. 994. Cfr. anche Bergenroth II, n. 293. •Medici a Rucellai, 1 ottobre 1520 {Manoso'. Torrig. XXY, 396-397). 3 Sanudo XXIX, 307, 514. Nitti 325, n. 3. 4 Xitti 326, 330 s. Ulmann, Studien II, 111-112. Cfr. anche Laxz, Einleitung 242, 252.