254 Libro I. Leone X. 1513-1521. Capitolo 8. zione, a Roma, sapendolo il papa e i cardinali, si insegna così come si esprime Prierias sull’autorità del papa, allora egli, Lutero, dice chiaro che là l’anticristo risiede nel tempio di Dio, che la Curia romana è la sinagoga di Satana. I Greci e Boemi e tutti quelli eh« si fossero separati da questa Babilonia, sono felicitati. Egli stesso poi, qualora il papa ed i cardinali non leghino questa bocca di Satana (cioè il Prierias) e non l’obblighino a ritrattarsi, rinunzierà alla Chiesa romana col papa e coi cardinali siccome all’abominazione della desolazione nel luogo santo. ideila conclusione Lutero incita formalmente alla guerra religiosa, alla persecuzione sanguinosa della Chiesa cattolica : « Se la demenza dei romanisti continua così, a me pare non rimanga altro rimedio fuor che l’imperatore, i re e principi ci si mettano colla forza delle armi, si armino ed assalgano questa peste della terra e conducano la cosa alla decisione, non più con parole, ma con ferro... Se puniamo i ladri col capestro, gli assassini colla spada, gli eretici col fuoco, perchè non assaliamo piuttosto con tutte le armi questi dottori della depravazione, questi cardinali, questi papi e tutta la masnada della Sodoma romana, che senza cessa guastano la Chiesa di Dio, e non ci laviamo le mani nel loro sangue ?»1 1 Opp. lai. II, 79-108, ed. di Weimar, VI, 328-348. La definitiva spiegazione con Lutero annunziata dal Prierias nell’Epitoma uscì nell’esteso libro Errata et argumenta Martini T/utn'is recitata, detecta, repulsa et copiosissime trita : per fratrem Silvestrum Prieriatem, Magistrum sacri palatii (Romae 1520), con lunga lettera dedicatoria in data 10 giugno 1519 a Leone X, la cui arma è nel frontispizio. Secondo l’indicazione stampata nell’ultima pagina la stampa terminò il 27 marzo 1520. Oltre 'quest’edizione originale sono ricordate una fiorentina del 1521 ed una romana del 1527. Cfr. Michalski 33 s. È anche stampata per. la massima parte presso ROCCILBERTI, Bibliotheea maxima pontificia, tom. XIX (Romae 1699), 227-236. L’opera è divisa in tre libri, dei quali i due primi contengono l’esposizione in particolare, il terzo ne dà uno sguardo sommario e breve, letteralmente identico all’Epitoma pubblicata prima. Quanto più l’attività svolta da I.utero dopo l’affissione delle tesi aveva dimostrato come rettamente il Prierias fin dal principio avesse veduto, che in conclusione solo in linea secondaria si trattava dell’indulgenza e in fondo invere dell’autorità della Chiesa in genere, tanto più ora egli tira in prima linea questo punto siccome l’oggetto principale di tutte le controversie con Lutero. Di questa questione fondamentale tratta il primo libro studiando il primato del papa, la sua suprema podestà di giurisdizione nella Chiesa, il suo rapporto col concilio ecumenico-e la sua infallibilità magistrale, la quale è trattata minutamente. Dopo questi fondamenti il Prierias nel secondo libro si volge in particolare alla questione con Lutero, dando base specialmente a quanto nel suo Dialogus aveva già opposto a Lutero. Espone lungamente la dottrina sull’indulgenza e sulle questioni connessevi in contraddizione cogli assalti di Lutero e dà ancora una volta una motivazione più precisa dei quattro principii fondamentali sull’autorità della Chiesa e del papa premessi al Dialogus; finalmente in forma di lunga appendice (fol. ccxxi-cclxviii) viene all’impugnazione del primato fatta da Lutero nei suoi ultimi scritti, specialmente nella Resolutio super propositionem XIII de potestate Papae. Lutero non rispose a questo capolavoro polemico del Prierias.