454 Libro I. Leone X. 1513-1521. Capitolo 11, 1. Custodi della biblioteca rimasero Lorenzo Parmenio e Romolo Mam-macino nominati già da Giulio II. 1 Come già sotto il papa Rovere, così sotto Leone X dovette limitarsi la primiera liberalità quanto al prestito dei codici perchè solamente per tal via potevasi impedire che si verificassero perdite sensibili. * Però in casi d’importanza si fecero eccezioni giustificate. Allo scopo di facilitare al Cardinal Ximenes il compimento della celebre poliglotta corrìplutense, il papa diede l’ordine che dalla Vaticana gli si spedissero in Ispagna gli occorrenti codici greci anche se fossero fermati con catene di ferro.3 Alla stessa guisa dei suoi predecessori Leone X si diede grand«-cura per accrescere il tesoro dei libri e dei codici pontifìci. Torna in mente l’età di Niccolò V quando apprendiamo che il papa mandò messi da tutte le parti, persino nella Scandinavia e in Oriente, a rintracciare monumenti letterarii. Simili incarichi ebbero tra altri Agostino Beazzano, Angelo Arcimboldi, Fausto Sabeo, Giovanni Heitmers e Francesco de Rosis. 4 In un breve a quest’ultimo Leone X dichiarò addirittura che considerava siccome uno dei suoi più importanti doveri quello di aumentare il tesoro degli scrittori antichi affinchè sotto il suo pontificato fiorisse la lingua latina.5 Quale interesse personale prendesse il papa a queste missioni letterarie è dimostrato molto chiaramente dai brevi alle autorità spirituali e civili, di cui fu fornito nel 1517 il chierico leodiense Giovanni Heitmers nella sua missione per la Germania, la Danimarca, a Svezia, la Norvegia e la Gozia.6 « Dal principio del nostro pon- • Müntz, Ribl. 31.' Cfr. Giorn. d. lett. Ita!. IX, 452. 2 .Müntz, Bibl. 39 s. Cfr. Giorn. d. lett. Ital. TX, 452. 3 Fegest. Leonis A' n. 4263. La * Licentia, qui mancante, ad Alphonso Gar-«ine abbati de Compitalo di prendere a prestito dalla Vaticana codici greci, colla data 19 agosto 1513, è nel Cod. Barb. Int. 2428, f. 116 alla Vaticana. Cfr. Fa-bronics 307 e Hefele, Ximenesa, Tübingen 1851, 117. V. anche Prescott, Ferdinand der Katholische II, 486, 516. La Vaticana possiede uno dei rarissimi esemplari della poliglotta complutense su pergamena. • Vedi Roscoe-Bossi IV, 137 s., 145; cfr. X, 92-97 ; Blume III, 34; Grego-KOVIÜS IV, 558. Su Fausto, Sabeo, il cui epigramma (Epigr., Romae 1556, 402; cfr. Ren ami 11, 12 s.) fa’capire che qui pure presentarono ostacoli le difficili condizioni delle finanze, cfr. Quirini, Spcc. litt, in Brixia II, 167 e Roscoe-Bossi X, 14 ss., 92 ss. 6 Cfr. sopra p. 410. • I>i questi brevi tre, composti dal Sadoleto, sono stampati, cioè : «) a Cristiano re di Danimarca, 8 novembre 1517, pubblicato la prima volta in Nova liti, viaris Balthici IV, Lubecae 1697. 347, donde in Roscoe-Bossi X, 249-250 (invece di 1518 leggi 1517); b) ad Alberto arcivescovo di Magonza, 26 novembre 1517; c) all’innominato (cioè a persona da segnarsi più tardi; cfr. Philo-logns XLV, 377 ss.) possessore di tutte le decadi di Livio, 1 dicembre 1517. Queste due lettere si trovano la prima volta in Bayle, Dict. art. Leon X, donde in Schmidt, Einleitung sur brandenb. Kirchen- und Ref-Historie, Berlin 174<>. 244 s., 246 s. e Roscoe-Bossi X, 245-249; quella ad Alberto anche in Müntz,