Timori a Roma. 257 trovandosi in condizioni di salute sofferente e su ogni articolo si fece la votazione. La durata straordinariamente lunga di questo concistoro dimostra con quale accuratezza e profondità procedettero le consultazioni. Sono le cinque del pomeriggio, scriveva l’inviato estense, ed il concistoro è tuttora riunito: si tratta sempre della causa di Lutero.1 Soltanto dopo le sei ebbe termine il consiglio. Si seppe che era stata presa la decisione difinitiva di condannare come eretiche le opinioni di Lutero e che la bolla relativa sarebbe stata deliberata in un nuovo concistoro.1 II protocollo di questa nuova sessione tenuta il 25 maggio non segna che l’unica decisione di riportare nella bolla ad litteram gli articoli di Lutero. Si lasciò cadere la fissazione del vario grado di condannabilità di questi articoli, evidentemente perchè questo lungo lavoro avrebbe differito di troppo la conclusione del processo.3 Appunto allora apparve doppiamente necessario che si agisse con celerità ; era pervenuta la notizia che, oltre all’elettore di Sassonia, Lutero avesse in segreto anche altri molto potenti fautori in Germania. Il cardinale Accolti, col quale il 26 maggio trattò della cosa l’inviato estense, si mostrò sommamente in pena a questo riguardo. Dell’arcivescovo di Magonza egli osservava: lo ritenevamo uno dei nostri ed ora sappiamo il contrario : tuttavia c'è da sperare che la maggior parte abbandonerà Lutero non si tosto la bolla entrerà in Germania. Anche il cardinale del Monte seppe dire del favore dato a Lutero dai principi tedeschi: anzi espresse persino dei dubbi sulla sicurezza « del maggiore » di essi. Col medesimo inviato si espresse assolutamente in senso pessimista il cardinale Scaramuccia Trivulzio, il quale dubitava seriamente se colla bolla si otterrebbe qualche cosa. Il papa pure era moltissimo impensierito: fondandosi su una lettera di Erasmo egli credeva che il vescovo di Liegi favorisse Lutero.4 1 * « Siamo ad ore xix et ancor è asserato il concistoro et pur stanno sopra questa causa de Luter ». Paolucci al duca di Ferrara, Roma 23 maggio 1520 (prima lettera di questo dì): Archivio di Stato in Modena. * Cfr. la seconda lettera 23 maggio 1520 del Paolucci, che Balan (VI, 37) comunica in estratto brevissimo e insufficiente. Il testo, che conferma Topi-oione del Kalkoff (Prozess 117), suona : «A vinte hore passate è úsito el conristoro et intendo che è concluso de li articuli de Martino Lutter siano fatui et heretici et a questaltro concistoro se deliberara la bulla et mandarassi a publicare in Alemagna et vi sera il monitorio contra quoscunque prestantes auxi-lium consilium et favorem. Se io potro haver la copia de questi articuli le man-'laro. Ogni modo sono pratiche de mala sorte et che potriano causar più presto dcclaratione de se che forsi non era deliberato »(Archivio di Stato in Modena). 3 Kalkoff, Prozess 118. . 4 * Lettera di Alfonso Paolucci al duca di Ferrara: * « Feci lolficio mi commette Vostra Excellentia con monsignor reverendissimo Acoltis et me demostró haverlo molto grato et si raccommanda a \ ostra Signoria Illustris- Pastor, Storia dei Papi. IV, 1. 17