526 Libro I. Leone X. 1513-1521. Capitolo 11, 2 c. hanno dimostrato che il contegno di Leone con Michelangelo non può prestar fianco ad accuse. « In guisa generosa » Leone X ha «ognora lasciata libera mano » al Maestro: non è dipeso dal Mediceo se nulla fu eseguito del grande progetto, che egli aveva per Michelangelo. 1 La preferenza data alle arti decorative è certo connessa colla tendenza del gusto e colla mania del fasto propria al Mediceo, ma era insieme un’antica eredità dei papi e in sè e per sè non merita affatto che venga disprezzata. Si fa grave rimprovero a Leone X perchè quanto alla pittura non ha preso in considerazione gli altri eccellenti maestri ed ha preferito il solo Raffaello, ma gli stessi più acerbi critici non possono negare qui la sua grande benemerenza. * Recentemente però si è tentato di impicciolire e di abbassare anche questa pagina, che è la più bella della protezione da lui concessa all’arte. Ma poiché alla protezione dell’Urbinate Leone X deve indubbiamente la sua fama principale di fautore dell’arte, apparirà giustificato, che, dando un nuovo sguardo retrospettivo, si sottoponga a nuovo esame la questione. Prima di tutto qui non può e deve contestarsi, che il papa richiese dall’inesauribilmente fecondo Maestro troppe e troppo svariate cose;3 ma se si sostiene ancora, che per lo più si trattò di incarichi non corrispondenti all’altezza de’ suoi talenti artistici,4 non si colpisce giusto come neanche quando si sentenzia, che Leone X ha preferito Raffaello più di quanto fosse nell’interesse dell’arte.5 Fuor di dubbio Giulio II avrebbe scelto per la terza Stanza soggetti più elevati, ma anche Leone venne a conoscere che s’era battuta una via falsa e per la quarta Stanza diede tèmi della storia mondiale perfettamente rispondenti al luogo, mediante i quali « verso la fine di sua vita » il « primo fra tutti i pittori di storia si occupò di soggetti direttamente storici, ma pure ideali per ragione della distanza di tempo ». 6 Se l’esecuzione degli affreschi nella Stanza dell' Incendio non sostiene il confronto con quella delle altre due Stanze, ne siamo compensati dalla meraviglia delle Logge. Dopo che nel cielo della Sistina e nelle due Stanze tanta ne era già stata portata via, 1 Cfr. Justi 257 s. V. sopra p. 506 ss. 2 Gnoli nell’articolo citato a p. 524, n. 2. 3 Giustamente Koopmakx (Saffaels Zeichnitngen 312) rileva che secondo il criterio di quell’età non racchiudeva alcun abbassamento per l’Artista la commissione datagli di decorare il teatro di cui a p. 395 ; Leonardo da Vinci si gloriava delle sue cognizioni intorno alle cose teatrali. 1 ZlMMERMASN II, 484; cfr. 539. 5 Gn'Oi.i loc. cit. In senso contrario anche Kraus dice: The protection he showed to this great master is and always will be Leo's best and noblest tirle to fame ». 6 Burckhardt, Cicerone 610.