508 Libro I. Leone X. 1513-1521. Capitolo 11, 2 b. d’allora, 1 però non si giunse a rottura col Cardinal Medici e col papa. Anche dopo lo scioglimento del contratto l’artista rimase in onore presso Leone X. Sotto il 27 d’ottobre Sebastiano del Piombo cercava di calmarne l’irritazione scrivendogli : « So quanto Sua Santità tenga a voi: parla così dolcemente di voi come d’un fratello e mostra che vi conosce ed ama, ma voi incutete timore persino ai papi ». * Lo sconcerto svanì del tutto allorché sul finire del 1520 Leone X a mezzo del Cardinal Medici fece allacciare nuove trattative con Michelangelo sopra un altro grande lavoro. Era da erigersi una seconda sagrestia a S. Lorenzo, nel cui mezzo Michelangelo doveva collocare come costruzione libera i quattro monumenti del padre, dello zio, del fratello e del nipote di Leone X, Con gioia il Maestro accettò il progetto. 3 Il Cardinal Medici, che era superiore a tutte le guerre e rivalità degli artisti, non esitò ad impiegare molteplicemente Baccio Bandinelli, il nemico di Michelangelo. Bandinelli lavorò a Loreto sotto Andrea Sansovino. Quest’ultimo, lo scultore dell’alto rinascimento più celebrato a lato di Michelangelo, e che per la nobiltà della bellezza delle forme sta vicino a Raffaello, fin dal 151.3 era stato incaricato di eseguire la decorazione plastica del rivestimento della Santa Casa nel duomo di Loreto, lavoro abbozzalo sotto Giulio II e che tenne occupato il Sansovino anche durante il pontificato di Clemente VII. Oltre il Bandinelli egli ebbe a col-laboratori in quell’opera il Tribolo, Francesco da Sangallo, Raffaello da Montelupo, Girolamo Lombardo, Mosca ed altri.4 Sotto Leone X Roma stessa fu arricchita solo di poche opere di scultura. Le più eminenti sono: il Cristo di Michelangelo esposto nel 1521 in S. Mariti sopra Minerva, il Giona del Lorenzetto nella cappella sepolcrale dei Chigi ed il rilievo in bronzo ivi pure esistente del Cristo e la Samaritana. Queste due ultime opere, che sono tra le creazioni più interessanti dell’alto rinascimento, 5 furono però soltanto eseguite dal Lorenzetto : certamente la composizione del rilievo in bronzo ideata del tutto nello stile antico e forse la statua di Giona hanno per base un abbozzo di Raffaello. Chi altri fuorché il Maestro d’Urbino avrebbe potuto inventare anche questo simbolo della risurrezione pieno di vita e calore, la cui casta bellezza, graziosita e forza ricordano il tempo migliore dell’antichità? Tra i monumenti sepolcrali, coi quali anche allora si continuò a riempire chiese e cappelle, nessuno spicca in modo 1 Cfr. sopra p. 504. ‘Frey, Regesten 16. * Frey 16-18. Ofr. Moreni, Deserisione d. Cappella de' Prineipi 17 * Vedi Schönfeld 20 s.; Claussf. II, 240. V. anche Regest. Leonis X u. 9710-a 9711. 5 Cfr. Bode, Plastik 163.