Leone X condiscende coll’ imperatore. 297' cava apertamente contro i papisti e veniva spacciato per un gran dotto. Manuel stima ciò un buon mezzo per costringere il papa a concludere un’alleanza, opina però che lo si debba usare solamente se Leone X si rifiuti a concludere la lega o la rompa. 1 Non si sa che cosa facesse rispondere Carlo V a questo consiglio. Pino agli ultimi di dicembre nelle relazioni del Manuel si parla molto di un’alleanza politica fra imperatore e papa e non si menziona invece la faccenda luterana: ò vero però che queste relazioni non le possediamo al completo. Non può pertanto dirsi con sicurezza, se il rappresentante dell’imperatore abbia abbandonato affatto l’arma, che quell’affare gli offriva di fronte al papa. In sè non è per nulla improbabile che nelle difficili trattative tra-scinantisi in lungo per l’alleanza, un politico senza riguardi quale era il Manuel, anche senza assenso di Carlo V abbia fatto valere la circostanza, che in questa causa Leone X doveva ricorrere all’aiuto dell’imperatore: egli lo avrà fatto certo con diplomatica cautela, non con accenni aperti, sì piuttosto con allusioni indirette, ma pure intelligibili. Dacché era stata presa nel giugno la decisione contro Lutero non poteva più essere dubbio al papa quanto importasse il contegno dell’imperatore su questa faccenda. Le notizie di Germania correvano sempre più minacciose, ma d’altra parte Leone X era un diplomatico così esperto che cercò con ogni diligenza di oaù-tare tutto ciò per cui avrebbe rivelato il bisogno in che era di aiuto. 1 Che realmente proprio allora molto gli stesse a cuore il favore dell’imperatore ci è pròvato dal suo tener fermo sul progetto della nomina a cardinale del vescovo di Liegi, malgrado l’ostinata opposizione e le gravi minacce di Francia. 3 Allo stesso scopo servì la condiscendenza addimostrata allorché Carlo Y domandò importanti concessioni relativamente ad alcuni brevi, che limitavano 1 Bergenboth II, n. 279. * Di già il Palla vicino (I, c. 25) ha espresso l’idea, che il papa nell’ invocare l’aiuto secolare contro Lutero fu molto riserbato per non compromettersi e palesare la sua debolezza ed anche per non dare occasione all’ imperatore di ricavare utili per sè nelle faccende itaUane manifestando la necessità dell aiuto-da parte di lui. Evidentemente quest’idea si fonda sulla relazione 8 febbraio 1521 di Aleandro, in cui si dice : « Io so bene, che in Roma a rinnovata istanza si è stati riservati per non fare apparire la cosa tanto importante, che gli imperiali si sentano indotti a metterci del tutto il piede sul collo » (Balan n. 36 ; Brie-■ER n. 6; Kalkoff, Aleander 73). Balan (IV, 38) crede che la dichiarazione di Leone X riferita dal legato estense addì 24 gennaio 1521: «Non sono a resol-vermi a chosa alcuna finche non veda che esito haverà questa dieta imperiale » Tada messa in relazione colla faccenda luterana ; ma il resto riportato prima (31, n. 1), ¡.et quando se resolvesse il cattolico Re volere venire a preliender la corona » ecc. indica che qui si ha in vista la venuta a Roma dell’ imperatore. * Cfr. sopra 293 s.