La terza Stanza o Sala Leonina. 405 mento era stato interrotto dalla malattia e morte di Giulio II. La composizione, il disegno ed anche il tono.di questa scena rivelano •difetti, che non si compongono colla superiorità di Raffaello.1 II paesaggio colle rovine romane presenta tutti i tratti caratteristici di Giovanni Francesco Penni e non è il caso di pensare a Giovanni da Udine, di cui prima si soleva fare il nome. * Un profondo cambiamento è toccato in questo affresco alla figura di Leone I. Nello schizzo originale di Raffaello questo grande pontefice compare coi tratti di Giulio II: il bellicoso Rovere, riconoscibile alla lunga barba, s’avanza principescamente calmo su una portantina verso il re degli Unni che s’approssima in barbara marcia con una schiera di cavalieri, mentre in atto minaccioso scendono dal cielo i principi degli apostoli Pietro e Paolo. 3 L’affresco invece, come oggi lo si vede, in luogo di Giulio II offre lo sbarbato suo successore Leone X in tutto il suo paludamento pontificale sul cavallo bianco, che lo aveva portato nella battaglia di Ravenna e, un anno più tardi, nella grandiosa processione per la presa di possesso del Laterano. 4 Fuor di dubbio l’artista introdusse questo cambiamento di persona dietro speciale desiderio del nuovo papa, che per tal via intese tramandare durevolmente ai posteri la sua figura e ricordare anche la liberazione dalla prigionia francese.6 Due iscrizioni nell’arco della finestra sotto la liberazione di san Pietro attestano che i lavori nella Stanza dell’Elio-doro finirono nell’estate del 15L4. i La commissione di pingere la terza Stanza seguì i inmediatamente dopo, poiché il Io luglio 1514 Raffaello fa sapere allo zio limone Ciarla d’aver cominciato a dipingere un’altra sala per sua Santità, per la quale verrebbe a ricevere 1200 ducati d’oro. 7 L’anno seguente Raffaello, « per mostrare » al maestro tedesco « la sua mano », mandò al Dürer in Norimberga quel disegno in matita rossa per due figure della battaglia presso Ostia, che ora ò a Vienna. 1 Cfr. Wòr.Fir.is 104 s. 1 Vedi Dolemayr 231 s., 237. * Clac/.ko, J11 le« II, 392 , 407. Cfr. Oro w e-Cavalcaseuà: II, 152. Però secondo Wickìioff (Kunstgexchichll. Anzeigen 1906, 54) il disegno per l’incontro di Attila con Leone Magno è una falsificazione posteriore. 4 A lato del papa sta il suo maestro di cerimonie : qui pertanto abbiamo il ritratto di Paris de Grassi«. 5 Quest’ultimo particolare è reso verosimile dalla poesia del Giraldi. Che la liberazione di san Pietro si riferisca non a Leone X, ma a Giulio II, l’ho dimostrato in voi. Ili1, libro III, IO in fine. È della stessa idea Stein man.* in Zeitanhr. iiir bild. Kimit, nuova serie, X, 177. * Leo X Pont. || Max. || Ann. Ohrist. || tfOXllfl || Ponti finat. 8'li ri || . L’anno secondo del pontificato decorre dal 19 marzo 1514 al 19 marzo 1515. I,’estate •come tempo del compimento del lavoro risulta dalla lettera cit. a n. 1 della p. 466, e dal pagamento residuale del 1° agosto 1514 in Fea, Notizie 9. ’Pungileoni 157 ss. Gdhi 1, 93 s. Pasto», Storia dei Papi. IV, 1. 30