Gli Arazzi di Raffaello. - 1 cartoni pei medesimi. ■ 475 se non tutti, furono messi in commercio. Fin dal 1530 pendevano trattative per la ricompera d’un arazzo rubato durante il sacco ili Roma; 1 un inventario del 3544 menziona esistenti nel palazzo pontificio sette tappeti: sotto Giulio 111 ritornarono in Vaticano altri due pezzi portati da Venezia a ( ostantinopoli. * Da allora servirono non solo per l’addobbo della Sistina, ma per quello inoltre della piazza di S. Pietro nella festa del Corpvx Domini.3 Goethe, che li ammirò in tale occasione nel 1787, giudicava che essi fossero l’unica opera di Raffaello, che non faccia figura piccola, se si viene da una visita agli affreschi michelangioleschi nella Sistina. 4 La tempesta della rivoluzione francese portò nuovamente via da Roma i tappeti, che sui primi del 1798 furono messi al pubblico incanto in una col mobilio del papa e comprati da rigattieri francesi, i quali li portarono a Genova, indi a Parigi, ove per del tempo furono esposti nella corte del Louvre. Per motivi finanziari sfumò la compera da parte del governo francese.5 Solo a Pio VII nel 1808, poco prima del suo trasporto in Francia, fu dato di riavere quel gioiello pel suo palazzo. Nel 1814 il papa fece appendere gli arazzi nella sala detta di Pio V, donde sotto Gregorio XVI passarono nel corridoio attiguo alla Galleria dei Candelabri, che d’allora ha il nome di Galleria degli Arazzi.6 Queste brutte vicende sono la causa per cui oggi i tappeti non offrono se non un debole riflesso della loro originale e radiosa magnificenza. I delicati e più chiari colori, specialmente i toni carnicini, paiono affatto svaniti, molti punti hanno avuto un forte restauro, d’un tappeto manca la metà inferiore, in un altro sono erroneamente applicate le guarnizioni. Ciò non ostante si riconosce pur sempre che essi hanno per base una delle creazioni più mature del Maestro. La intiera impressione di spirito raffaellesco però è data soltanto dai cartoni che rimasero come modelli a Bruxelles e non furono richiamati dai successori di Leone X.7 Sette di questi cartoni originali, come nuovamente scoperti dal Rubens nel 1630, vennero in possesso della casa reale d’Inghilterra ed ora costituiscono la più grande meraviglia del South—Kensington Museo di Londra. 1 Cfr. Gatf. li, 222. 2 Müntz, Chronique des Arts 1876, 254 e Hi*t. de In tnpisserie 21. Cfr. Lanciasi II, 39. 3 Torrici, Grotte 142. 4 Cfr. Schuchardt, Goethek ital. Reise, I, 400 s. 5 Cfr. Müntz, Ilist. rie In lapisserie 21 s. ‘Ivi sono mescolati coi tappeti non di Raffaello e non esposti in modo adatto. Il restauro iniziato sotto Pio IX fu terminato sotto Leone XIII. Cfr. Gentili, Memoria sullo conservazione degli arazzi, Roma 1886 e Arazzi antichi e moderni, Roma 1897, 12. 7 Cfr. Farabulini 29.