Grande numero dei poeti a Roma« 423 l’eterna città per studiarvi o farvi la loro fortuna. Relativamente vi erano rappresentati in numero grande i Tedeschi: con Hutten si fanno i nomi di Sustenius, Petrus Aperbachius, Ianus Adelius Saxo, Caius Silvanus, Gaspare Ursinus Yelius e Michele Humelberg. Quasi tutti costoro bazzicavano presso l’ospitale Goritz. 1 Il numero complessivo dei poeti in Roma medicea menzionati da Arsilli e da altri scrittori supera i cento: una fiumana di buoni e cattivi carmi, odi, epistole, epigrammi, egloghe si riversò sull’eterna città. Una pasquinata del 1521 nota che a Roma i versaioli erano più numerosi che le stelle in cielo. * Però, parlando in generale, colla folla dei poeti viventi all’ombra della Curia le loro produzioni stavano in rapporto inverso e la quasi completa dimenticanza in cui colle sue creazioni, a vece di vere poesie componimenti spiranti per lo più aria di Corte, è caduta la maggior parte dei poeti latini di quell’età non può che dichiararsi meritata : 3 con ciò del resto non deve negarsi l’importanza dei medesimi nella storia della letteratura. * La poesia latina, sull’esempio di Roma ben presto curata ovunque col calore di una nuova moda, esercitò un profondo influsso sulla italiana contemporanea, pur avverandosi anche su questo campo che malgrado dell’inesauribile fecondità, sol troppo spesso ci incontriamo nella più sensibile mancanza rii originalità. Persino i due lirici più importanti, Bembo e Molza, non ostante il loro grande talento, non produssero che eleganti imitazioni: a loro pure fa seguito una schiera pressoché immensa di imitatori, che gli Italiani hanno bene caratterizzata col nome di rimatori. 8 Francesco Maria .Molza, detto il nuovo Tibullo, fu del resto un poeta fornito di molto ingegno, che purtroppo disperse le sue forze litografo spagnuolo alla corte di Leon A' in Gaz:, lett. di Torino 1889, n. 17. Vedi anche Flamini 559. Sullo spagnuolo Saturno Gerona (+ 1523), di cui si conserva a S. Maria dell’Anima l’epitaffio in versi, v. il geniale articolo di Gnoli in Nuova Antologia 3a serie, LI, 232-248. 1 Gregorovius IV, 578, 618, n. 115. Cfr. Ges. Schriften I, 299 s. e Geigek in Vierteljahrsschr. f. Lit. der Kanals*. I, 148, 523. V. [anche ¡Bautz, Kasp. Urs. Velius, Budapest 1886. Cfr. F. Güldser, Jakob Questenberg, ein deutscher Humanist in Rom, Bonn 1906. * Carmina apposita Pasqwillo anno 1521. Cfr. Gnoli, Pasquino 23. Sulla -smania versaiolo di quel tempo v. anche ClAN in Giorn. d. lett. ital. XVII, 277. 8 Cir. K elmo nt III, 2 , 350 s.; Joly, Sadolet 29 e Geiger [in Zeitschr. für Reinassancelit. I, 158 s.; Ciak in Giorn. d. lett. Ital. XXIX, 439. * Cfr. in proposito Flamin i 125. s Con Reumont III, 2, 326 s. cfr. eziandio [Tiraboschi VII 3, 3. Gli stessi contemporanei dileggiarono parecchi dei poetastri, come per es. G. Casio : cfr. Rossi, Pasquinate 81 ; Giorn. stor. d. lett. Ital. XXXVIII, 56 s. e Geremia, G. Casio, Palermo 1902. Su un altro mediocre fabbricatore di versi, Mariangelo A ccursio, v. Calì in Nuova Rassegna I, 45 s. e Bull. stor. abruzz. V, VI. Sulle canzoni in onore di Leone X di Gugl. de’ Xobili v. (Pawlowski), Cat. des Uwes de la bibl. Pirmin Didot 1878, 36.