La grande creazione di cardinali del 1° luglio 1517. 131 dossato da giovane l’abito di san Francesco e poscia ottenuto a Parigi il dottorato in teologia : soli pochi dì prima la fiducia dei suoi confratelli l’aveva posto a capo d’un ordine che allora era il più diffuso. Il conferimento della porpora fu per lui una sorpresa perfetta. Il maestro delle cerimonie Paride de Grassis racconta come il modesto religioso non volesse sulle prime credere alla notizia della sua nomina, tanto che bisognò mandare parecchi nunzi per farlo andare. Allorché finalmente comparve in Vaticano col suo abito usato, Numai vi suscitò la meraviglia dell’anticamera per la sua ignoranza delle maniere di Corte. Io, dice il de Grassis, lo condussi finalmente dal papa, che aveva già lasciato il concistoro e lo abbracciò e salutollo cardinale.1 Sorpresa egualmente grande procurò la nuova dignità al generale degli eremiti Agostiniani Egidio Canisio, 2 più noto sotto il nome di Egidio da Viterbo.3 Se alcuno meritava il cappello rosso, quel desso è quest’uomo raro, il quale univa cultura classica ecl estesa erudizione con abilità negli affari e profonda pietà. Egidio Canisio era di una versatilità ed attività di spirito che suscita stupore. Distinguevasi non soltanto come poeta ed oratore, filosofo e teologo, ma inoltre come storiografo e bravo conoscitore di lingue orientali. È pressoché enigmatico come mai con tanta occupazione intellettuale egli trovasse pur tempo di svolgere quale predicatore e quale riformatore del suo ordine un’attività tanto varia quanto benefica. A tutto ciò s’aggiunsero anche diverse dif- 1 Paris de Grassis, Diarium (Archivio segreto pontificio) in App. n. 36-37. * Cfr. Paris de Grassis., Diarium (Archivio segreto pontificio) in App. n. 36-37. Il breve per Egidio da Viterbo, 1° luglio 1517 (Biblioteca Laurenziana a Firenze), nell’App. n. 39. 3 Intorno ad Egidio da Viterbo, che da tempo avrebbe meritata una mo- nografia, cfr. con CtacONIUS loc. cit., Fabricius, Bibi. lat. I, 23 ed Ossivger, Bibl. Aug. 195, anche L. Granar, Oratio in funere Aeg. Caninii nell'Anecd. litt. IV, 283 ss.; Lanieri, Eremi 8. August., Romae 1874-1875, 2 vol.; Ardi, stori XapoUt. IX, 430 ss.; Fiorentino, Bisorg. filos. d. quattrocento, N'apoli 1885, 251 ss.; Gothein, Süditalien 453 s.; Uist.-polit. Blätter LXXIX, 203; Gei- ger, Meuchlin e Kolde, August ine rlcongr. passim ; Schumacher, Petrus Martyr, Xew York 1879, 91; Pélissier in Misceli, di studi in onore di A. Graf, Ber- gamo 1903, 789 ss. : sul manoscritto qui usato dal card. Xoris v. lo scritto di Giuli ARI, Delle emigrazioni lett. ital. ovvero di alquanti codici spariti non è molto da Verona, Genova 1871, sfuggito al Pélissier per ragione della sua rarità. L’eredità manoscritta di Egidio giace parte a Napoli (donde provengono le lettere presso Martène—Dcrand, Ampi. Coll. Ili, 1234 ss.), parte nell’A n g e 1 i c a di Roma. Cfr. Laemmer, Zur Kirchengeschichte 64 s.; Xarducci, Cat. Bibl. Ang. 292, 316, 416 ss. e Pélissier iu Bit. d. Bibl. II, 228 ss. Xella Vaticana io notai il Cod. Vai. 5808, Aeg. Viterb. Aug. Explanatio ¡iterar, hebraicar. ; Vat. .5198, Opera no-nnulla cabalistica Af.gid. Yit. cardlu interpretis ; Vat. 6325, Aug. card. A IT. Commentationes ad mentem Plafoni» in magistrum sentent. Sulla * Hist. x.\ saecul. v. sotto, capitolo 11.