44 Libro I. Leone X. 1513-1521. Capitolo 1. A questa piega contribuì anche l’umore corrente nelle sfere influenti in Francia, che non volevano saperne del deplorevole concilio antipapale e bramavano il ristabilimento dell’accordo con Roma. Molto pesò nella bilancia l’influenza della regina che era sempre stata nemica dello scisma.1 Che se le trattative andarono avanti lentamente, la ragione risiedette anzitutto neir impossibilità che Roma approvasse le decisioni del concilio Pisano, la cui espressa condanna poi da parte della Francia andava congiunta a grandissime difficoltà. Era di grave impedimento la ritrosia opposta dall’orgoglio del re francese a chiedere espressamente l’assoluzione dalle pene ecclesiastiche scagliate su di lui. Probabilmente la decisione ultima va dovuta ad un parere del dotto rettore dell’Università parigina Girolamo Aleandro, che, interrogato dal re, consigliò recisamente di lasciar cadere il non più sostenibile « concilio » Pisano.2 Già Sevssel aveva sostenuto l’avviso che l’interesse di Francia esigesse un accomodamento.3 II 6 ottobre i prefati negoziatori, il protettore di Francia, Cardinal Sanseve* rino e Luigi Forbin, signore di Solier, avevano eoi Papa e con quattro cardinali deputati a trattare questa faccenda combinato una solenne dichiarazione, colla quale Luigi XII abbandonava il sinodo Pisano e riconosceva il concilio Lateranense. Bembo aveva steso l’atto.4 II 2G ottobre Luigi XII approvò la dichiarazione incaricando Sevssel e Forbin di presentarla al concilio di Laterano. 5 Lo stesso giorno il sovrano francese diede al Cardinal Sanseve-rino, a Sevssel e Forbin i poteri per sottomettere alla sentenza arbitrale del papa le sue controversie coll’imperatore, con la Spagna, Inghilterra,-Svizzera e Sforza per ragione di Milano e di Asti. 6 Leone X dal canto suo il 9 ottobre aveva steso la dichiarazione che il re francese non era incorso nelle sentenze di Giulio II contro il conciliabolo Pisano, contro Alfonso di Ferrara ed altri e che solo per maggior sicurezza ne veniva assolto.7 Nell’ottava sessione del concilio fissata pel 9 dicembre doveva sigillarsi la riconciliazione di Luigi XII colla Chiesa. Prima della conclusione della pace colla Francia, Roma vide un altro grande spettacolo : la solenne professione d’obbedienza dell’imperatore, come rappresentante del quale era stato deputato il superbo Matteo Lang. Questo influentissimo consigliere di Massi- 1 Guicciardini XII, I. - Mai, Spicil, II, 240. Paquier 63. 3 Cfr. l’interessante dichiarazione di Seyssel all’ambasciatore veneziano presso San udo XVI, 587. 4 Stampato in Dumont IV 1, 175. 5 Raynald 1513, n. 89. 6 * Originale colla firma del re ed il suo sigillo nell’A re bivio di Stato in Firenze (Manoscr. Torriginni). 7 Hardouin IX, 1699-1700. Hefele-Hergexròther Vili, 579, n. 1.