262 Libro I. Leone X. 1513-1521, Capitolo 8. del 1517 rimanendo però anche ora zelantemente attivo pel suo principe vescovo, che agognava il cardinalato, nè apportando cangiamento alcuno in questo rapporto la nomina dell’Aleandro a prefetto della biblioteca vaticana avvenuta nel luglio del 1519. L’Aleandro era in relazioni molto confidenti col papa e col Cardinal Medici : qual pregio ne facessero questi due lo prova la sua missione presso l’imperatore. Uomo intellettualmente d’alto valore era pure il secondo nunzio, Giovanni Eck, che al pari di Lutero, venuto su dal ceto contadinesco, addimostrò un talento straordinariamente molteplice. S’interessò delle più ardue questioni della scolastica come della teologia mistica, di problemi speculativi come della scienza positiva del suo tempo: vivo entusiasmo dedicò pure agli studii umanistici. Come teologo era molto superiore all’Aleandro. Trovatosi quasi a caso inviluppato nella controversia con Lutero, mise tutto il suo sapere e tutta la sua energia al servizio della Chiesa. Con vero ardore, spesso con eccessiva asprezza, egli, fermamente persuaso del pericolo degli errori di lui, combattè ovunque gli fu dato il novatore religioso ed i suoi aderenti. L’Eck s’è pienamente meritato il predicato onorifico di « Achille dei cattolici » datogli dal Cardinal Pole. Da tutti ora si riconosce che egli fu il più importante, il più pronto e più pericoloso avversario di Lutero.1 La sfera d’azione dell’Eck fu da Leone X determinata in maniera, che egli venne accreditato presso i vescovi di Brandenburg, di Meissen e Merseburg e gii altri vescovi e prelati, come pure presso Federico duca di Sassonia, gli altri principi elettori, presso Giovanni di Sassonia e gli altri principi, baroni e città della Germania superiore e inferiore. 2 Quantunque per la persona di Lutero ora non facesse più differenza a chi fosse affidata la pubblicazione della bolla, poiché dal 1519 egli era fermamente deciso a romperla per sempre colla Sede romana e colla Chiesa cattolica, pure in riguardo agli aderenti di Lutero andrà qualificato siccome un errore sommamente infelice che ne venisse incaricato precisamente l’Eck, 8 il quale s’era prodotto siccome l’avversario più deciso del professore di Wittenberg e s’era attirato in tanto alto grado l’odio degli amici di lui. Per questo motivo fu eziandio un grave svantaggio per la causa cat- 1 Poiché colla condizione odierna degli studii la monografia del Wif.de mann (Joh. Eck, Regensburg 1865 : cfr. Janssen-Pastor VII“, 581 ss.) più non basta, il Dr. Greving nelle Erläuterungen -und Ergänzungen edite da me tratterà minutamente dell’attività del grande campione dei cattolici. 2 Vedi Druffel nei Sitzungsberichte der Münch. Aknd. der Wissenseh., histor. Klasse 1880, 579-582. 3 Janssen-P astor (II18, 122) appellandosi al Pallavicino. Secondo Wie- demann (153) e Hefele-Hergenröther (IX, 139) quest’incarico non corrispose per nulla neanche ai desiderii dell’Eck, che vi si adattò solo per obbedienza.