488 Libro I. Leone X. 1513-1521. Capitolo 11, 2 a. Con questi dati s’accordano varie lettere del veneto Marc’Antonio Michiel. Ai 1 di maggio del 1519 questi racconta che Raffaello [ha terminato di dipingere una loggia molto lunga e fa i lavori preliminari pei lavori in altre due. 1 Addì 27 dicembre ritorna ancora sull’argomento e nella sua relazione altrettanto d'interesse che importante leggiamo: «in questi giorni fu compiuta la loggia inferiore del Vaticano,2 vale a dire una di quelle tre arcate sovrapposte colla vista su Roma. Essa è decorata a fogliami, grottesche e simili motivi: non ò un lavoro eseguito con speciale finezza, nel quale s’è fatto economia, ma colpisce gli occhi. La ragione per cui non s’è speso di piii per quest’arcata risiede in ciò, che essa c accessibile a tutte le persone che stanno in palazzo: vi si va perfino a cavallo sebbene la loggia sia al primo piano. Ben diversamente stanno le cose con quella di sopra, che è chiusa e viene aperta solo dietro ordine del papa: essa contiene, terminate da poco, pitture di alto valore e di grande leggiadria, i disegni delle quali furono abbozzati da Raffaello. Oltracciò il papa fece portar lì una quantità di statue antiche, che prima si custodivano in luoghi privati ed erano state comprate in parte da lui, in parte da Giulio li: esse sono esposte in nicchie tra le finestre, che sono di fronte alle colonne della loggia, immediatamente vicino alle stanze del papa e alla sala del concistoro ». 3 Nella decorazione delle logge del secondo piano occupanti tredici vòlte e formanti l’ingresso alle. Stanze, che erano gli appartamenti fastosi del papa, si doveva impiegare tutto ciò, che l'arte d’allora era in grado di fare. Non solo per le piccole vòlte, ma anche per tutte le altre superfici delle arcate, che in origine erano aperte4 e inondate da vivissima luce, fu ideata una decorazione, la quale unisce in maniera non mai raggiunta pittura e scultura. Per la sua gaiezza e magnificenza, come pure per l’uso disinvolto di scene cristiane e pagane, essa rispondeva egregiamente allo spirito dell’età leonina. Le pitture bibliche del cielo s’adattavano bene col carattere, che deve avere il palazzo del capo supremo della Chiesa, mentre le decorazioni delle pareti ricordano il papa, che ha amato lo studio dell’antichità come diffìcilmente qualunque dei suoi antecessori. Un piano rigoroso e unito è base alla disposizione dell’ornato fatto alle tredici vòlte. Punto centrale di tutto è il cupolino settimo, che è messo in rilievo mediante ricche e splendide decorazioni a stucco e la grande arma di Leone X nel mezzo. Nelle altre cupole 1 Cicogna 401. 2 Nel primo piano. Disgraziatamente le pitture e decorazioni (c£r. Taia, Deserte. del Vaticano 124 ss.) hanno subito un forte restauro. 3 Cicogna 406-407. ‘Furono chiuse con finestre nel 1813 dietro eccitamento del ministro napoletano G. Zuulo ; v. il periodico Muratori I, 266 ss.