368 Libro I. Leone X. 1513-1521. Capitolo 10. Leone X la vera città spirituale. Qui, ove sorgevano la chiesa principale e la principale fortezza, S. Pietro e Castel S. Angelo, abitava la maggior parte dei cardinali, prelati, ufficiali di Corte e curiali. Ai palazzi già ivi esistenti s’aggiunse in questa regione il nuovo cominciato dal card. Armellini, che venne poi in mano della famiglia Cesi.1 Ivi dopo quella di S. Pietro la piazza maggiore era quella di S. Giacomo Scossacavalli, detta allora per lo più piazza del Cardinale S. Clemente dal palazzo di Domenico della Rovere (ora palazzo dei Penitenzieri). In questo magnifico edifìcio, che anche nella forma attuale gravemente sfigurata presenta numerose tracce dello splendore passato, risiedeva il cardinale Luigi D’Aragona, «mulo di Leone X nella liberalità e nel lusso. ! Proprio in faccia, nell’altro lato della piazza, in un palazzo ancor più bello, che per lungo tempo fu attribuito a Bramante, abitava il cardinale Adriano Castellesi.3 Ove al presente sorge il palazzo dei Convertendi, stava l’elegante abitazione di Raffaello.4 Accanto al Castellesi abitava il Cardinal Soderini; in vicinanza trovavasi la casa di Gian-nantonio Battiferri d’Urbino, la cui facciata era a pitture su disegni di Raffaello. Questo monumento è scomparso mentre al lato destro e settentrionale di Borgo Nuovo si è conservata la casa del medico di Corte Febo Brigotti e l’elegante palazzo disegnato da Raffaello del chirurgo pontificio Giacomo da Brescia. Dal lato sinistro della via seguivano al palazzo di Raffaello la casa dei Zon e il palazzo del cardinale Accolti. Ancor più in là verso la piazza di S. Pietro si vedeva il magnifico palazzo, distrutto quando fu fatta piazza Rusticucci, di Giovan Battista Branconio, cameriere pontificio, amico di Raffaello. 5 Il più bel palazzo della Roma situata sulla riva sinistra del Tevere era stimato la Cancelleria, il più grande quello di S. Marco (ora Venezia), al quale cominciò a sorgere un emulo vittorioso in quell’edificio ideato in dimensioni schiettamente romane, che ha reso immortale il nome dei Farnese. 6 Secondo il piano primitivo la facciata di questo palazzo doveva guardare su Aia Giulia, > Cfr. Greco ito vi os IV, 29-1. ‘ Cfr. Pastor, Die Heise des KardinaU Luigi d1 Aragona 8. 3 V. il nostro voi. III*, libro III fine. ‘Eretta da Bramante, comprata nel 1517 da Raffaello, che l’abitò fino alla morto. Ricostruzioni posteriori hanno guastato la forma originaria : v. Gnoli in Nuova Antologia 1887, fase. 11 ; A. Rossi in Arch. stor. d. Arte (1888), fase. 2, p. 1 ss. ; Buonarotti, 3a serie, III, 26 s. e Gnoli, Arch. stor. d. Arte 7 ss., 228 ss. II, 145 ss. 6 Gnojli, Nuova Antologici, 31 serie, XIV (1888), 591 s. Cfr. Arch. stor. d. Arte I, 134 ss. e Muntz III, 542. Oggi pure sulla porta della casa di F. Brigotti (Borgo Xuovo 106-107) si legge l’iscrizione: Phoebus Brigoctus medicus. 6 Cfr. X a venne in Rev. d. Deur Mondes 1895, sept. 399 ss.; Olausse II, 67 ss. Leone X visitò in persona la costruzione ; v. Paris de Grassis, ed. Delicati-Armellini 72. Aitpreussische Monntschrift XXXIX, 400 s.