38 Libro I. Leone X. 1513-1521. Capitolo 1. direziono della grazia divina siamo ritornati con cuore sincero all’unità della Sede Apostolica. Affinchè poi questo ritorno non appaia simulato ed ipocrito, da Vostra Santità e dal Sacro Collegio dei cardinali umilmente invochiamo perdono dei nostri errori e supplichiamo che V. Santità interceda per noi presso il Sommo Iddio, di cui tiene le veci in terra. Inoltre, caso che venissimo restituiti nel nostro grado e nostre dignità, anche del cardinalato, spontaneamente, eziandio sotto il vincolo dell’anatema, promettiamo a te, papa Leone X, vero ed indubitato vicario di Cristo e per te a san Pietro principe degli apostoli, che giammai per qualsiansi ragioni o cause e sotto qualsiasi pretesto o motivo apparente ritorneremo allo scisma, dal quale fummo liberati per la grazia del nostro Redentore, ma perfettamente ed in tutto persevereremo sempre nell’unità della Chiesa cattolica e nella vera ubbidienza di V. Santità, e coi reverendissimi signori cardinali, caso che per la clemenza di V. Santità e dei medesimi venissimo ammessi nel loro numero, convivremo e tratteremo amicamente e in pace e senza contesa o scandalo per ragione del suddetto e del passato o per qualsiasi altra causa. Per Dio, onnipotente e per questi Santi Evangeli, che teniamo in mano giuriamo che vogliamo rimanere nella prefata, unità ed osservare tutto ciò che qui sopra fu detto e sotto si dirà, sotto pena di spergiuro e d’altri castighi. E sebbene nel documento scritto di nostra propria mano e letto nel santo concilio Lateranense abbiamo poco fa abiurato lo scisma predetto, pure, per mostrare la nostra piena rettitudine di cuore, anatematizziamo ancora in modo speciale ed espresso il conciliabolo di Pisa, la sua convocazione, tutto e singolo quanto in esso venne trattato : confessiamo, teniamo e dichiariamo tutto per nulla, vano e senza valore, per avvenuto da parte di persone non autorizzate, per attentati temerari. Aderiamo invece siccome ad unico e vero concilio al sinodo Latera-nonse e confessiamo che fu convocato in modo legittimo e legale e per legittime cause, che tutto e singolo quanto in genere ed in specie fuvvi trattato contro le nostre persone, tutte le condanne e sentenze pronunciate ' su di noi da Giulio II, quanto fu trattato e conchiuso contro il conciliabolo Pisano, è avvenuto in maniera conveniente, legittima e giusta. Ciò noi affermiamo, crediamo e confessiamo senza più. Promettiamo poi di accogliere lieti ed umili e di voler eseguire coll’opera ogni penitenza che Sua Santità ritenga bene imporci per i nostri errori. Intendiamo insieme di essere tenuti e col presente promettiamo, che, sotto le pene prefate e sotto quelle comminate dai sacri canoni contro gli scismatici, inviolabilmente osserveremo tutto e singolo quanto qui sopra promettiamo, e preghiamo il notaro qui presente di fare su tutto ciò che qui dietro fu detto e su questo documento uno o più atti nella forma propria della Camera ».