La Trasfigurazione-La morto di Raffaello. 501 -N.-- A Raffaello fa concesso soltanto di compire la metà superiore della Trasfigurazione, poiché nell’ultima settimana di marzo del 1520 egli fu colpito da una di quelle febbri infiammatorie cotanto pericolose a Roma, che consunse in breve le sue forze indebolite da lavoro sovrumano. Il Venerdì Santo (0 aprile) l’anima di Raffaello passò in quell’altro mondo, che nelle sue visioni pittoriche egli aveva così insuperabilmente raffigurato. A capo del suo feretro stava incompleto il suo capolavoro, la Trasfigurazione. L’impressione prodotta dalla quasi improvvisa morte del Maestro appena trentasettenne fu oltremodo profonda poiché egli era proprio nel mezzo della sua carriera gloriosa: precisamente allora Turbinate aveva comperato per edificarvi un nuovo palazzo un appezzamento di terreno in via Giulia presso S. Giovanni dei Fiorentini. 1 La caduta di una parte delle Logge ed un terremoto vennero messi in relazione coll’irreparabile perdita. Il dolore della Corte papale, scriveva Pandolfo Pico della Mirandola, è tanto più grave quanto maggiori opere si eran ripromesse dal Maestro : in tutta la città non si parla che della morte di quest’uomo eccellente; ciò, che in lui era mortale, se ne andò, ma non tramonterà la sua fama ed egli vivrà per le sue opere e per i suoi ammiratori. 2 In realtà i più celebri poeti, un Bembo, l’Ariosto, il Tebaldeo e anzitutto il fedele Castiglione, gareggiarono subito nell’esaltare Turbinate. 3 Era largamente diffusa l’idea, che se avesse vissuto più a lungo avrebbe raggiunto la grandezza di Michelangelo. 4 Raffaello s’era destinato come luogo di sepoltura il Panteon e pel suo sepolcro aveva fatto fare dall’amico Lorenzetto la statua della Madonna, che anche oggigiorno adorna la cappella. Quel Maestro, che nelle sue più importanti creazioni come nessun molto minacciata dalie scorrerie di pirati maomettani. Maggior peso io darei alle premure di Leone X per la crociata, da me pel primo chiamate in campo per interpretare il quadro, e che cadono precisamente negli anni 1517-1518, Esse completano e confermano appieno le spiegazioni dello Schenidek. Il collegamento colla Trasfigurazione della guarigione dell’ossesso, secondo il parere dell’crudito magontino, andrebbe inteso come allegoria del terribile giogo maomettano. 1 Documento del 24 marzo 1520 in Muntz 635. La sostanza di Raffaello fu stimata 16.000 ducati (Cicogna 410). • Lettere di Pico in Atti Moti. V, 307-308. Cfr. inoltre la lettera del Pao-lucci ibid. I, 138. quella di G-ermanello in Gaye II, 151 e le lettere di Lippomano e Michiel in Sañudo XXVTII, 423 ss. Queste lettere confutano definitivamente la favola del Vasari combattuta già dal Pungileoni 257 ss., che Raffaello sia morto in conseguenza di sregolatezze. Cfr. in contrario anche Passavant li, 555 s., Fai:abui.ini, Raffaello e In Fomarina, Urbino 1880 e Minghetti 211 s, 213. 3 Cfr. Passavant II, 549 s. Campori pubblicò in Atti Mod. V, 309 un carme inedito di Tebaldeo. Cfr. Gaz. d. Beaux-ArU VI (1872), 365 ss. * Cfr. il giudizio d’un contemporaneo comunicato da Janitschek in Reperì. IX, 121.