376 Libro I. Leone X. 1513-1521. Capitolo 10. circolo di corte amante della vita, spiritoso ed entusiastico della letteratura, dell’arte, della musica e del teatro. Sotto ogni rispetto Leone X formava il vero centro: egli sfoggiava il massimo splendore, teneva al suo stipendio la maggior parte degli artisti, degli eruditi e dei poeti e ne gustava a pieni sorsi le varie produzioni. I suoi giorni scorrevano nel più vario avvicendamento : grandi funzioni di chiesa, solenni processioni e commoventi feste ecclesiastiche, severi concistori e pompose udienze ad ambasciatori, noiose trattative diplomatiche s’alternavano con lunghe escursioni cinegetiche, splendidi banchetti, esecuzioni musicali e teatrali, audizioni di classici discorsi e poesie, visite di opere d’arte antica e moderna. La vita scorreva al Mediceo in una specie di ebbrezza spirituale. 1 Kon è pertanto da far meraviglie se non restasse tempo alcuno per una missione tanto seria, quale quella della riforma ecclesiastica. Come in mezzo all’irrequietezza continua di questo brillante movimento si svolgesse il metodo di vivere di Leone X, quali fossero i suoi principali passatempi ce lo dicono tanti testimonii, che senza fatica si può abbozzarne un quadro vivente. * Leone X soleva alzarsi tardi: il primo a entrare nelle sue stanze era il segretario del Cardinal Medici, Gian Matteo Giberti. che riceveva le istruzioni per gli affari più importanti di Stato ; seguiva il datario per il disbrigo delle faccende beneficiarie, poi i camerieri. Indi il papa ascoltava una Messa, usanza, dalla quale mai s’allontanò. Poscia dava udienze, che erano largamente concesse, finalmente prendeva cibo ad ora tarda, dopo di che soleva riposare alquanto, concedere nuove udienze o trattenersi coi suoi intimi, giuoeando per lo più a carte o .a scacchi, essendoché Leone detestava come immorali i dadi. Il papa possedeva una preziosissima scacchiera, le cui figure erano di argento dorato 3 - e qui abbiamo un riscontro al magnifico campanello nel ritratto fattogli da Raffaello e una prova che anche i singoli oggetti che servivano all’uso quotidiano erano sotto il dominio di gusto artistico. Nel pomeriggio il papa faceva per lo più una cavalcata nei giardini vaticani : se trova vasi fuori di Roma, circa queste ore soddisfaceva alla passione della caccia. » Cosi Ranke, l'àpste l7, 58. Simile giudizio dà Masi I, 197. ! Fonti principali sono le relazioni degli ambasciatori veneti presso S asì UDO? cfr. specialmente XVI, 543 ; XXII, 456, 471 ; XXIV, 103,105 ; XXIX, 77, 113, 164 ; XXX, 374; XXXIV, 199. Cfr. Albèri, 2* serie, III, 70; v. anche Jovius, Fila, 1. 4 e Paris de G-rassis in Roscoe-Hexre III, 517. Inoltre nelle pagine che seguono sono addotte numerose altre fonti. * Su questa scacchiera v. Arch. stor. <1. Arte ¡1, 3, 71 ; cfr. anche Ciax, Cortigiano 162 ; Gnou, Secolo di Leone X, 642 e Cesareo 204. Addì 5 ottobre 1516 Serapica nota: «A X. S. per giocar due. 70 ». Il 9 ottobre 1518 Serapica pagò altri 13 ducati di debiti del papa al giuoco. Serafica, * Spese di Leon .T, I (A r-chivio di Stato in Roma).