350 Libro I. Leone X. 1513-1521. Capitolo 10. del valore d’un Raffaello e d’un Giuliano da Sangallo il loro stipendio. 1 Con giusta ironia osserva un contemporaneo : il bronzo verde-giallo delle porte del Panteon si dice contenga molto oro; se fosse vero Leone X non le avrebbe lasciate al loro posto. ! Solo con sommi stenti e pagando enormi interessi, nel 1521 potè aversi del denaro per la guerra contro la Francia.3 Durante la guerra la strettezza finanziaria crebbe tanto che Leone X ponderò coi suoi confidenti, Pucci e Armellini specialmente, dei mezzi, che bisogna dichiarare disperati. Intendevasi creare nuovi uffici, tassare gli impiegati di Corte e prelati, vendere il lago Trasimeno : poi corse voce una seconda volta che al bisogno soccorrerebbe una tassa sul grano o un’altra grande creazione di cardinali - e la lista coi nomi dei candidati andava già. in giro. Si parlò anche di vendere Ter-racina ai Gaetani per 100,000 ducati ;4 da ultimo si scese sempre più all’espediente, che i congiunti e confidenti di Leone X impegnassero tutti i loro benefizi.5 Quando poi il papa improvvisamente morì, i creditori, che per la sua gioventù avevano formato speranza di un lungo governo, si trovarono davanti alla rovina finanziaria. Una relazione romana del 5 dicembre 1521 presso Sanudo ci offre dati particolareggiati su questa catastrofe finanziaria in simile estensione certo non mai vista a Roma fino allora. Il più gravemente colpito fu il banco Bini, che aveva da esigere ducati 200,000 : esso come la casa Strozzi minacciarono di fallire. I Gaddi avanzavano 32,000 ducati, 10,000 i Ricasoli, 16,000 il datario Turini, 18,000 il fedele cameriere Serapica e 80,000 il cardinale Salviati, che, come i suoi colleghi Ridolfi e Rangoni, aveva rinunziato a tutti i suoi benefizi per ricavare così del denaro: costoro ed i cardinali Pucci e Armellini si trovarono sull’orlo della mina. Il primo aveva prestato 150,000 ducati, l’altro tutti i suoi averi: in breve, così conclude il relatore, tutti i favoriti e servi di Leone X sono rovinati, ma per quanto lamentino altamente la loro situazione, non ne incolpano il defunto e deplorano invece la morte di così buon signore.6 Bisogna lasciare indecisa la misura dell’esat- 1 Cfr. Farricz Y in Jahrb. d. preuss. Kunstsamml. 23 e fase, suppl, p. 24 « sotto al capitolo 11, 2. a Sanudo XXXIV, 220. •Vedi Sanudo XXX, 31, 90, 130, 173, 188, 351 ss. e il * Diario di Cornelio de Fine nella N azionale di Parigi. Cfr. inoltre Xitti 423 ss. e Schulte 1, 224. 4 Sanudo XXX, 351 ; XXXI, 13 ; XXXII, 8, 116,188. Per la « recuperatione di Parma e Piacenza» Camillo G-aetani prestò a Leone X « 10,000 ducati d’oro »; v. la * Dichiarazione del card. Camerlengo in data 14 dicembre 1521 nell’A r-chivio Gaetani in Ho in a, Cassa 71, n. 28. s Sanudo XXXI, 13. * Sanudo XXXII, 236-237. È un errore di scrittura la data 5 novembre in Sanudo.