Paolo Giovìo come storico. 437 quell’università e, conforme a una bolla di Leone X del 31 gennaio 1515, impartiva i gradi e dignità accademiche. 1 Leone X però nulla potè vedere di quest’opera storica del Machiavelli e invece gli fu dato di leggere almeno una parte di quella del Giovio. Paolo Giovio, il terzo dei grandi storici nazionali formati dall’età di Leone X, era nato a Como nel 1483, aveva udito a Padova il Pomponazzi ed acquistato a Pavia il grado di dottore in medicina. * La fama della liberalità del papa mediceo lo attirò a Roma,3 ove continuò ad esercitare l’arte medica,4 ma più ancora interessandosi di studi sulla storia contemporanea. Pochi luoghi al mondo erano fatti all’uopo come la città eterna. Le molte novità che vi affluivano da tutte le contrade Giovio comunicava con un amico, che parimenti nutriva interesse sconfinato per queste cose, con Marino Sañudo, autore della grande compilazione dei diarii, che costituiscono una miniera veramente inesauribile per la storia di quel tempo. Giovio meditava una storia grandiosa, abbracciante il mondo intero, la quale doveva narrare in latino gli avvenimenti mondiali avveratisi dalla venuta di Carlo VITI in Italia. Non si sarebbe potuto scegliere un punto di partenza più appropriato di questo avvenimento, che produsse uno spostamento completo nelle condizioni politichi', d’Europa. 5 Una parte dell’opera era già finita nel 1514 e Giovio ebbe l’onore di leggerla a Leone X, che ne rimase soddisfattissimo e si sarebbe espresso nel senso, che dopo Livio nessuno avrebbe scritto con tanta eleganza ed eloquenza. La dignità di cavaliere e una cattedra all’università di Poma* furono il premio del fortunato autore, che nel 1515 accompagnò il papa a Bologna, donde scrisse al Sañudo di non aver a ltro pensiero fuorché quello di compiere e pubblicare quest’opera.7 In- * Ibid. 122. * Cfr. Ttraboschi VII, 2, 242 ss. ritenuìo^lw^rHI-^°C’ C't'^ 8oendendo sino al Grf.GOHOVTCS (IV, 570) s'ò tariamente cho -° a Roma sol° nel 1516, invece risulta documen- sottoì- cfr anni l ' rl°vl° era già professore dell’Università romana (vedi £r»»Lnl R .8Ua da Roma’ maggio 1514 (Marini, Lettera III); « -•> « - *»■»• cientemènte cono^fi?/4 < aratu'ro di Giovio cfr. l’importantissima e non suffi- ^ LPZI°’ LMere di 21 ° 47 "■ ™ ;V. il nostro voi. Ili*, libro H, 3 in princ{ io il posto menzionato aPn°fl9T°r0i.dÌ rett°rica. Sarebbe stato più acconcio dargli «”hi,0‘ r',rrv, ***** apertamente quanto v’era di casuale « , In. qU°Sta U°mma con'Par1° Leone X. Xon ebbe quel posto il Gkfvio t 'Wettan*I8mo, nel mecenatismo di sere aiutato. Giovio, ma un poeta, che aveva bisogno d es- 7 Santo« XXI, 393. Tiraboschi Vii, 2> 242