Istruzione data al Campeggio (settembre 1513). 41 da non potersi pensare nè ad armistizio, nè a pace: formerebbersi due leghe, una contro i Turchi, l’altra contro Venezia. Al Foscari in persona Leone dichiarò nell’agosto : « Non vi propongo più alcuna mediazione di pace, poiché veggo elio aspettate tutto dalla Francia, la quale, se vince, si farà signora d’Italia; se perde, tutti si volgeranno contro di voi ».1 La Signoria fu sorda a tutti questi avvisi : perfino la notizia dell’incursione degli Svizzeri in Francia, della vittoria sui Francesi che il 1G agosto riportarono gli Inglesi sotto la guida dell’imperatore Massimiliano nella « battaglia degli sproni » presso Guine-gate, e di trattative per una lega tra il papa e la Spagna non recò cambiamento di idee. A Roma si faceva la domanda : «Che farà ora Venezia ?» e la risposta era : « Chiamerà i Turchi ». Il Pontefice non prese sul serio questa minaccia, ma rinnovò le sue negoziazioni di pace, dapprima col Foscari, poscia, nell’ottobre, col suo successore Landò, però con successo non maggiore che per l’ad-dietro. s Come i Veneziani, il papa cercò di indurre alla pace anche l’imperatore. A tal fine il 14 settembre fu deciso l’invio di Lorenzo Campeggio a Massimiliano in Fiandra. 3 L’istruzione segreta per questo nunzio è uno dei documenti più importanti per conoscere la politica seguita da Leone X nel suo primo anno di pontificato. Per natura il papa mediceo inclinava a nascondere il più possibile le sue proprie intenzioni onde non pregiudicarne il successo e perciò il Campeggio ebbe ravviso di conservare affatto segreta, anzi cifrata la sua istruzione. Questa condizione dell’istruzione ne accresce moltissimo il pregio : pochi documenti rendono possibile in egual maniera di penetrare negli scopi ultimi della politica papale. Anzi tutto il nunzio doveva spiare le intenzioni di Massimiliano relativamente alle pendenti confusioni belliche ed assicurarlo che il papa intendeva rimanere in buon accordo coll’imperatore e cogli altri alleati perchè ciò rispondeva all’interesse della Santa Sede ed alla sicurezza dell’Italia. Principalmente poi bisogna esporre all’imperatore quanto caldamente Leone X brami la pace della cristianità perchè ciò risponde all’ufficio del papa come rap- 1 San UDO XVI, 587, 663. 2 Cfr. Sanudo XVI, 557, 587, 663, 676; XVII, 22, 30 s„ 47 s., 52, 67, 99, 162, 179, 204. 3 Di già a metà agosto il papa aveva comunicata ai cardinali la sua idea di mandare Campeggio dall7 imperatore, P. Fregoso in Inghilterra e L. Canossa in Francia. S’apprese bentosto che l’invio del Canossa ora rimandato (Sanudo XVI, 652, 663). Sebbene l’istruzione che stiamo per illustrare sia del 14 settembre, solo agli 11 ottobre (Eegest. Leonis A', n. 4928) segui la stesura delle facoltà e la partenza per la nunziatura, che doveva essere permanente, solamente alla fine dell’anno: (Pieper, Nìintiaturen 51-52). Degli sforzi che allora Leone faceva in prò’ della pace tratta un dramma dell’umanista Giacomo Loclier v. Geiger nella Zeitschr. f. vergleich. Lit. - Gesch., nuova serie I, 72 s.).