Il malumore tedesco contro il sistema curiale delle tasse. 211 canti di fronte al giudizio che comunemente corre. Allo stato attualo della scienza bisogna pur sempre lasciar indeciso se sia giusta l’opinione espressa da un esimio erudito, che, quando si conoscesse più profondamente il sistema papale delle tasse, ne risulterebbe per molti riguardi l’apologia del medesimo, 1 ma, comunque suoni il "indizio finale, è certo che in molto larga cerchia si era d’avviso in Germania che la Curia romana premesse fino all’intollerabile lo strettoio ecclesiastico. Uscivasi nelle più amare satire, in genere sull’avidità romana ed in ispecie sugli odiosi derivati della stessa (mercimonio, cambisti, mance). Di continuo ripetevansi lagni che venissero elevate o illecitamente estese le competenze di cancelleria, annate, medii fructus, tasse per consacrazioni, che si promulgassero senza consenso del prelato locale nuove e infinite indulgenze, che fossero imposte decime turche su decime turche applicandole ad altri scopi. 1 Perfino uomini devoti alla Chiesa ed alla Santa Sede, come Eck, Wimpheling, Carlo di Bodmann, Henneberg arcivescovo di Magonza ed il duca Giorgio di Sassonia parteciparono al malumore e spesso dichiararono che le lamentele tedesche contro Roma, specialmente quanto al lato finanziario, erano in gran parte fondate.3 Come per le decime turche, così regnava il massimo malcontento anche perchè l’indulgenza venisse sempre più avvilita al livello d’un aliare pecuniario, risultandone come conseguenza numerosi abusi. Fin sotto Giulio li Ulrico von Hutten assalì nel modo l>iii violento questo punto sensibile.4 Alla corte del papa mediceo non si tenne conto del malumore profondamente radicato, specialmente in Germania, per le esigenze pecuniarie di Roma, anzi con incredibile spensieratezza si continuò sulla strada ormai presa. I circoli direttivi, a dispetto de’ molti lagni, si cullavano in una sicurezza piena di pericoli. Inascoltati risuonarono i timori, che vennero espressi da alcuni. Nulla potè scuotere la fiducia che s’aveva nella consistenza delle condizioni della Chiesa. S’era tanto abituati in Curia alle invettive nelle quali prorompevasi in Germania, che non si dava alcuna speciale importanza a simili sfoghi. 5 La continua penuria di denaro, una conseguenza della disordinata economia e della illimitata prodigalità di Leone X, condusse a vie sempre più pericolose. Senza esitazione, dopo come prima, si ricorse a mezzi pericolosi per riempire le casse 1 Finke, Kirchenpolit. Verhältnisse 110. ’Gebhardt, Gravamina 112 s. 3 V. le prove in Janssen-Pastor, I'g, 743; cfr. anche Knepper, Nationaler Gerlanke 71 e Wimpfeling 256 s. * Strauss I, 99 s. L’abuso seguito nella pubblicazione delle indulgenze occupò nel 1518 anche la facoltà teologica dell’università di Parigi: v. Deus le, Notices sur un registre des procis-verbatu■ de lu fae. de theol. de Paris, Paris 1899. 5 È caratteristico in proposito un detto di Sigismondo de’Conti II, 291.