52 Libro I. Leone X. 1513-1521. Capitolo 2. preponderanza ed in conseguenza dapprincipio non fu necessario che si desse a Lorenzo una speciale posizione al di sopra degli altri cittadini, chè gli occhi di tutti erano rivolti al palazzo del nipote in Via Larga. Giulio de’ Medici gli consigliava di guadagnarsi degli amici mediante affabilità ed ospitalità prudentemente calcolata. 1 L’indipendenza di Firenze non era che una forma, poiché realmente dominava la casa Medici. Molto significante in questo proposito fu che fino dal 1513 la festa dei santi Cosma e Damiano, protettori dei Medici, venne resa festa dello Stato. 2 Al san Giovanni 1514 Lorenzo festeggiò il ritorno della sua famiglia nella città dell’Arno con una festa straordinariamente magnifica, nella quale comparvero in incognito i cardinali Cibo, Este, Aragona, Cornaro, Bibbiena e Sauli. Nel maggio dell’anno seguente colla nomina a capitano delle milizie fiorentine il nipote del papa ottenne anche una posizione spiccante esteriormente. 3 Del resto in ultima linea il governo fiorentino dipendeva affatto da Roma. 4 Il 9 maggio 1513 diventò arcivescovo di Firenze Giulio de’ Medici, cugino del papa, che fino allora aveva vissuto per lo più in Lombardia siccome investito del priorato capuano dei cavalieri di S. Giovanni. La pubblica opinione vedeva infetto dalla macchia di natali illegittimi Giulio de’ Medici, nato il 26 maggio 1478 dopo l’uccisione di suo padre Giuliano da parte dei Pazzi : ora gli fu impartita dispensa da questo impedimento. 5 Allorché, nell’autunno, trattossi di nominarlo cardinale, mediante testimoni fu stabilito che tra suo padre e sua madre Fioretta aveva avuto 1 * « Io son certo che la M. V. h ormai debbe conoscere le conditioni et apetiti di codesti cittadini et io non per ricordare, ma per discorrere judico che due cose sieno ad proposito et costino poco et poggino giovare assai, l’una qualche ceremonia exteriore di affabilità et gratitudine di parole de le quali ne sarei liberale con quelli ad chi più se convenghono et che ne son più desiderosi. L’altra di intratenere con buona electione quando uno et quando unaltro ad mangiare seco non solo ne la città, ma in villa perchè sono due termini che fanno gratia et ogni dì più se ne acquista commendatione ». (Card. G. de’ Medici a Lorenzo de’ Medici, Soma 11 febbraio 1514, Archivio di Stato di Firenze, Av. il princ. CXIIT. * Land ucci 342. Cfr. M. Giorgi, presso Albèri, 2a serie, III, 52 s. e Sa-Jìudo XXIV, 90 s. V. anche Luzio-Renier, Mantova e Urbino 222, n. 4. Secondo M. Giorgi le entrate di Firenze ammontavano a 74,000 ducati di gabelle alla porta ed in città, a 12,000 ducati dalle città soggette (Arezzo, Pisa, Pistoia, Cortona) ; finalmente a 160,000 ducati siccome imposta diretta : quésta decima dicevasi balzello. 3 Landucci 346 s., 350. Xardi 275. Serli VI, 126 s. Roscoe-Bossi V, 38 s. Capponi III, 132 s. Reumont, Toslana 1, 14 s. Recmont-Baschet 244. Per-rexs III, 46 s. Verdi 10-11. * Ulmann (Studien II, 99 s.) da questa dipendenza concluderebbe che sarebbe stata precisamente ambizione quella che non permise a Lorenzo di trovar diletto nella parte di supremo cittadino di Firenze tutelato insieme dal di gopra c dal di sotto. 6 Begest. Leonis X, nn. 2514-2524.