Debiti di Leone X. Invasione di Fiorentini a Roma. 351 tezza nei particolari dei dati surriferiti. ' Meglio garantiti sono-quelli dell’ambasciatore veneto Gradenigo, che espressamente si appella al conto presentato dal Cardinal camerlengo Armellini, secondo il quale Leone X durante il suo pontificato aveva speso quattro milioni e mezzo di ducati lasciando inoltre altri 400,000 ducati di debito. 2 Secondo l’opinione universale esprimeva la verità una pasquinata del seguente tenore: «Leone X s’è divorato tre pontificati: il tesoro di Giulio II, le entrate del suo governo e quelle del suo successore ». 3 Allegando le enormi spese della casa pontificia Marino Giorgi laconicamente osserva: «Ne sono causa i molti Fiorentini, che si fanno ingrassare dal buon pontefice ».4 « Leone X », scriveva nel 1520 Marco Minio, « non ha mai denari contanti, perchè nella sua liberalità non sa conservare il denaro ed i Fiorentini non gli lasciano un soldo ». 8 Anche prima Roma aveva provato i concittadini di papi al potere ; sotto Calisto III e Alessandro VI erano stati gli Spagnuoli, sotto Pio II i Sienesi, sotto Sisto IV i Liguri, coloro che a torrenti invasero la Corte papale, ma non s’era mai avuta tanta inondazione quale quella dei Fiorentini vista ora dall’eterna città. Vanamente Leone X, che conosceva i suoi eompatriotti, cercò di sminuire l’invasione,8 che fu enorme fin nei primi tempi del suo pontificato.7 La cupidità di questa gente era senza limiti : credevano che tutti i benefizi, tutte le cariche ci fossero soltanto per 1 Schulte (1, 227) crede, certo con ragiono, che le cifre siano molto esagerate, ma prova documentariamente (227) che si fonda sul vero la notizia veneta sul denaro procurato mediante il pignoramento sui benefìzi da parte degli intimi di Leone X. 1 San uno XXXII, 230. In una lettera anonima (ibid. 262) si dice che l’Armellini computò in 80,660 ducati il deficit della Camera Apostolica; ivi si dà la somma di 5,050,000 ducati siccome uscita totale durante il pontificato. IV inviato magontino Teutleben, come pure Pico Pandolfo della Mirandola (♦lettera 16 dicembre 1521 al marchese di Mantova nell’ Archivio Gonzaga in Mantova) fissa i debiti in 800,000 ducati (Schulte I, 224) ; Francesco I li fissa anzi in 1,200,000 corone (Hófler, Adrian VI, 66). Il 7 gennaio 1522 -Girolamo Severino scriveva a Carlo V che i debiti già noti di Leone X salivano a 850,000 ducati e gente ben informata diceva che gli altri debiti erano intorno ai 300,000 ducati. Bergenroth II, n. 373. Tizio (* Hist. Senen.) scrive : * « Re-latum est Leonem pontificem Cameram apost. exhaustam reliquisse atque alieno gravatam ere nongentorum quinquaginta milium aureorum et mitrarli quam regnum appellant Chisiis pignorasse mercatoribus ». Cod. 6., Il, 39, i. 65 della Chigiana. 3 San uno XXXII, 356. Ancor più pungente suona la pasquinata in Cesareo 207 s. 4 San uno XXIV, 92. Cfr. in proposito i pagamenti in Amati 217 ss. 6 San uno XXVIII, 576. 6 Xitti 19-20. 7 Cfr. Sanuno XVI, 72. Cfr. Luzio-Rexier, Mantova e Urbino 210 e Luzio,. Isabella d'Este 82, 92.