Modo di trattare di Leone X. ziata casa degli Aragonesi1 un Catacuzeno, un Tocco di Arta, un duca d’Acaia e principe di Macedonia e « due figli del re di Cipro ». 1 Insuperabile era l’abilità e amabilità di Leone X nel trattare colla gente. Con rara arte egli sapeva adattare alle circostanze la voce, l’espressione del viso, il contegno : anche quando doveva rifiutare qualche cosa, e lo faceva di molto mala voglia, gli riusciva di temperare la spiacevole risposta con delicate scuse e di cancellare qualsiasi sgradita impressione collo svegliare la speranza di esaudimento in altra occasione. Veramente Leone X prometteva troppo spesso molto più di ciò che poteva mantenere. Un suo biografo trova in ciò la ragione del cangiamento che dopo la morte successe nell’opinione favorevole. Quanto concedeva, il papa dava lietamente e abbondantemente lasciando spesso capire che volentieri avrebbe fatto anche di più.3 Però, specialmente in cose politiche, questo stesso uomo sapeva anche essere molto duro : qui pure, come in tutto, si fa palese che nel petto di Leone X albergavano come due anime. Inesorabilmente rimandò tutti coloro che intercedevano a favore di Francesco Maria della Povere. Procedette senza indulgenza contro Giampaolo Baglioni e i tiranni nelle Marche ed anche il Cardinal Petrucci dovette scontare il suo delitto colla morte e invece si procedette con maggior indulgenza verso gli altri cardinali coinvolti nella congiura, i quali sotto Giulio II certamente non ne sarebbero usciti colla vita salva. Colpisce Leone X come politico il giudizio del Guicciardini, che questo papa si rivelò meno buono di quello che si aspettasse da principio, ma che addimostrò anche maggior prudenza di quanto si fosse creduto. 4 II vecchio Lorenzo aveva conosciuto per tempo queste qualità, poiché dei tre figliuoli, Piero, Giuliano e Giovanni, notò che il primo era un pazzo, il secondo era buono, il terzo prudente. Come pontefice Leone X addimostrò questa prudenza special- * * «Leo X assignat Isabellàe seniori relictae Federici regi» Siciliae et Isa-bellae iuniori et Iuliae de Aragonia pensiones ». 5 luglio 1521. God. Barb. lat. 2428, f. 14 (Biblioteca Vaticana). * Vedi Amati 215, 217, 219, 220, 224, 225, 228, 229, 230, 233, 234, 235, 236. Cfr. anche Regest. Leonis X, nn. 1990, 6216, 6505, 7409, 7417 ; San udo XXVI, 510 e Rev. d. Bibi. V, 326 s. Sui « figli del re di Cipro » cfr. Redmont nella Beilage aWAUgem. Zeitung 1879, n. 72 e Cesareo in Xuova Rassegna 1894 I, 1 ss. Costantino Areneti Comnenus duca d'Achaia e principe, di Macedonia fu nominato governatore di Fano da Leone X nel 1516; v. * lettera a lui di Lorenzo de’ Medici in data 5 novembre 1516. Carte Strozz. IX, 188 (Archivio di Stato in Firenze). * Iovios, Vita, 1. 4. Vita anonyma 619-620. * a Dare omnia cupit, negare nescit, a se tristem aliquem minimeque voti compotem discedere non facile pa-titur ». Raph. Volaterr., Brevis bistorta nel Cod. Vatic. 5875, f. 30 (B i b 1 i o-teca Vaticana). 4 Guicciardini XIV, 4.